Domani, giovedì 20 aprile alle 10.30, si terrà la cerimonia di intitolazione del giardino alla fine di via Siepelunga verso Monte Donato a “Raffaele e Giuseppe Fiorini, Maestri liutai (1828-1898) (1861-1934)”. Alla cerimonia interverranno Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana, Claudio Pazzaglia, direttore di Cna Bologna e Roberto Fiorini, discendente della famiglia Fiorini.

Dopo lo svelamento della targa, a pochi metri dal parco, nella sala polivalente della Chiesa della Beata Vergine del Carmine in via Monte Donato 3/2, si terrà un concerto di musiche per violino dedicato ai Fiorini. Si esibiranno i violinisti Oleksandr Semchuk, Ksenia Milas e Christian Saccon che utilizzeranno anche un violino originale Giuseppe Fiorini del 2018 gentilmente prestato per l’occasione dal Comune di Medicina e un violino originale Raffaele Fiorini di fine Ottocento, messo gentilmente a disposizione dalla nota Casa di Violini Eric Blot di Cremona.
Al concerto saranno presenti insieme a Roberto Fiorini, anche il liutaio bolognese Roberto Regazzi e il liutaio modenese Giancarlo Guicciardi, che da sempre si impegnano per la valorizzazione della liuteria e dei loro maestri come Raffaele e Giuseppe Fiorini. Insieme al sindaco di Medicina Matteo Montanari.

Raffaele Fiorini è il padre della liuteria bolognese moderna. La tradizione liutaria a Bologna affonda le proprie radici nel medioevo, documenti del XIII secolo attestano la presenza in città di un cospicuo numero di strumenti musicali. Una tradizione che è proseguita anche nei secoli successivi, fino ad arrivare alla metà dell’800 quando apparve la figura di Raffaele Fiorini (15 luglio 1828 – 18 ottobre 1898). Nato a Musiano di Pianoro (Bazzano), ha avuto il merito, durante il periodo dei grandi fermenti musicali che hanno caratterizzato Bologna durante la seconda metà dell’800, di rilanciare nel capoluogo emiliano la bottega liutaria artigiana di foggia antica, facendo da maestro a molti apprendisti che a loro volta hanno continuato la sua opera con grande successo nel secolo successivo.

Giuseppe Fiorini, il liutaio che salvò la bottega di Stradivari, era figlio di Raffaele. Nato nel 1861 a Bazzano, dopo un apprendistato modello presso la bottega del padre in Palazzo Pepoli, aprì un suo proprio luogo di lavoro a Bologna nel 1885. La sua intelligenza acuta lo portò poi a trasferirsi a Monaco di Baviera nel periodo in cui questa città era un grande fiorire di fermenti artistici. Acquistò con grandi sacrifici da una famiglia nobile piemontese, per una cifra considerevole, tutti gli attrezzi, i disegni, i modelli e le forme che il liutaio Antonio Stradivari aveva usato in vita per costruire i suoi celebrati capolavori. Fu Cremona ad accettare la sua donazione nel 1930, quattro anni prima che Fiorini si spegnesse in silenzio a Monaco di Baviera. La grandezza di questo illustre e colto artigiano bolognese fu dunque anche quella di avere messo generosamente il tesoro stradivariano a disposizione delle generazioni di liutai che si cimentano nella costruzione del violino a regola d’arte.

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