Maltrattava la moglie e la minacciava di morte perché, causa una malattia che gli ha causato una grave invalidità, la stessa non poteva più lavorare. Gravi condotte che si sono susseguite tra il 2011 ed il 2017, dapprima con offese verbali e umilianti poi con minacce di morte e aggressioni fisiche.

L’ultimo grave episodio risale alla sera del 19 novembre 2016 quando, durante l’ennesima lite verbale, la donna riferiva al marito di volersi separare e l’uomo iniziava a minacciarla e dare in escandescenza. Per paura che potesse succedere il peggio la donna contattava il 112. Sul posto i carabinieri ripristinavano la calma, riprendendo il loro regolare servizio. Quando i militari se ne andarono, però, l’uomo iniziò a colpire la moglie con calci e pugni in volto, sulla schiena e le gambe, a tirarle i capelli, dicendo che non avrebbe dovuto chiamare i carabinieri. La donna il giorno successivo si recò al pronto soccorso per le cure, riportando una prognosi di 7 giorni.

Gravi condotte maltrattanti di cui si è reso responsabile l’uomo – 39enne campano –  per le quali è stato riconosciuto colpevole dal competente Tribunale di Mantova e condannato a 3 anni e 5 mesi di reclusione. La condanna divenuta esecutiva è andata a cumularsi con altra condanna a 8 mesi di reclusione per il reato di ricettazione emessa dal Tribunale di Mantova, circostanza per cui il 39enne deve scontare complessivi 4 anni e 1 mese di reclusione, oltre al pagamento della multa di 300 euro e la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Per questi motivi, il competente Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova ha emesso l’ordine di esecuzione pene concorrenti, il cui provvedimento restrittivo è stato eseguito ieri mattina dai Carabinieri della Stazione di Campagnola Emilia, nel cui comune l’uomo risiede.

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