Come è faticoso coltivare una cultura dell’autentico ascolto; nonostante le tante tecnologie e le aggiornate “app” viviamo la solitudine, l’isolamento!
Lo ha sottolineato l’arcivescovo Giacomo nell’omelia della solenne concelebrazione presieduta questa mattina in Ghiara in occasione della festa del Primo Miracolo della Beata Vergine: la prodigiosa guarigione del sordomuto Marchino.
Il giovane, privo della lingua e dell’udito, una volta miracolato manifestò il suo grazie e la sua gioia ripetendo tre volte le parole: Gesù, Maria!
Anche il brano del vangelo di San Marco ricordava il miracolo compiuto nella Decapoli da Gesù, che restituì udito e parola al sordomuto.
Mons. Morandi ha insistito sulla necessità di privilegiare l’ascolto: troppo spesso la comunicazione non coinvolge perché virtuale; le nuove intelligenze possono svolgere compiti, redarre relazioni, omelie.
“Non bisogna essere sordi alle sofferenze delle sorelle e dei fratelli – ha ribadito l’arcivescovo Giacomo – adducendo come giustificazione che non si è responsabili di tali situazioni; occorre fare il bene, farsi prossimo per i drammi altrui; infatti abbiamo spesso fretta e non possiamo occuparci di chi ci è accanto”.
I silenzi drammatici che denotano la nostra società sono espressione di un male tremendo: l’indifferenza; e al riguardo ha citato la parabola del buon samaritano: ci fu chi passò oltre e chi invece si fermò a soccorrere.
Non è perdere tempo il fermarsi ad ascoltare le angosce e ad asciugare le lacrime delle sorelle e dei fratelli; il cuore deve aprirsi alla condivisione ed essere pieno di compassione.
Occorre rivolgersi a chi soffre con la stessa “fretta” con cui Maria corse ad aiutare la cugina Elisabetta; oggi invece quanto tempo si spreca sui social e quindi non si incontra un volto che ha bisogno!
Con l’ascolto compassionevole, la lingua si scioglie in canti di gioia; dal lamenti si passa al ringraziamento a Dio, che come un’aquila veglia sulla sua nidiata.
Il vescovo ha concluso l’omelia sottolineando che le comunità ecclesiali devono essere esemplari nel portare i pesi gli uni degli altri, nello stimarsi a vicenda; devono essere luoghi di ascolto, accoglienza, condivisione, incoraggiamento.
L’arcivescovo ha ricordato il gemellaggio spirituale che da anni lega nel nome della Madonna della Ghiara la diocesi di Reggio Emiilia-Guastalla e quella di Massa Carrara. Alla concelebrazione erano infatti presenti il vescovo di quella diocesi, Mario Vaccari e don Bernardo Marovelli, parroco di Fivizzano – dove è venerata un’immagine miracolosa della Madonna di Reggio, unitamente ad una rappresentanza dell’antica Confraternita della Misericordia. Al Passo del Cerreto, tra le due province, è stata erette una maestà con una scultura raffigurante la Madonna della Ghiara.
Inoltre sempre oggi è stato ricordato il 75° dell’inaugurazione della chiesa cittadina di “Regina Pacis”, eretta in base al solenne voto cittadino espresso dal vescovo Eduardo Brettoni nell’aprile 1945, sul fine della seconda guerra mondiale.