Durante la settimana in cui ricorre l’anniversario dell’approvazione della Legge 180, l’Azienda USL di Bologna, l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e il Comune di Bologna – con il patrocinio della Città Metropolitana – organizzano il convegno “La Città come sistema di opportunità per la salute mentale”. L’evento avrà luogo lunedì 8 maggio presso l’Aula Absidale Santa Lucia e sarà un’occasione di dialogo e riflessione condivisa con la città per il futuro dei servizi della Salute Mentale, in sinergia con le risorse offerte dalle realtà dell’associazionismo, del sociale, del volontariato e dei singoli cittadini.
Passa dunque anche per Bologna, la via del futuro della Salute mentale, sulla base delle migliori esperienze internazionali che verranno condivise proprio durante il convegno. E assieme, un ricco calendario di 13 momenti concreti tra laboratori e workshop aperti a tutti (con iscrizione online): utenti, caregiver, professionisti, famiglie, o semplicemente cittadini interessati a scoprire mondi e realtà umani e professionali diverse dalle proprie. I 13 laboratori, diffusi in diversi luoghi della città, sono solo un’anticipazione della completa offerta formativa del Recovery college bolognese che prenderà il via da giugno.
Il Recovery college di Bologna si configura, dunque, come l’esito di un lungo processo partecipativo avviato a marzo dello scorso anno, durante il quale si è costituito un primo gruppo di lavoro interessato a conoscere e sperimentare insieme diverse attività di recovery nel territorio bolognese, con il supporto metodologico e scientifico dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. L’idea di base è che ciascuno di noi possa essere “studente del proprio benessere” attraverso percorsi formativi di gruppo, per maturare consapevolezze e azioni concrete, utili nei singoli e diversi percorsi di vita di ciascuno.
Una strada innovativa per la salute del singolo e della comunità, fondata sulla valorizzazione delle opportunità sociali, culturali, relazionali, associative e sanitarie, in sinergia con il lavoro di comunità svolto dai servizi sociali territoriali, messe a sistema grazie alla co-progettazione di istituzioni e Terzo settore della Città Metropolitana di Bologna. Parole chiave: partecipazione, inclusione, valorizzazione delle risorse individuali e collettive, accoglienza e sperimentazione.
I workshop aperti alla cittadinanza nel pomeriggio dell’8 maggio sono il frutto dei corsi sperimentali tenuti durante i mesi di marzo e aprile nei Distretti sanitari dell’Azienda USL, vedendo la partecipazione di 150 persone tra utenti, operatori e famigliari. In questo scenario la proposta del Recovery college è un’opportunità aperta a tutti coloro che intendono mettersi in un gioco in una prospettiva di cambiamento: utenti dei servizi, operatori, cittadini ma anche l’organizzazione ed i servizi stessi.
Se infatti, come viene affermato, lo studente nascosto del Recovery college è l’organizzazione stessa, questo spazio formativo sarà per i servizi del Dipartimento di Salute Mentale un costante laboratorio sul campo finalizzato, da un lato, a sperimentare pratiche ed approcci a supporto della progettazione individualizzata, dall’altro, a promuovere un coinvolgimento attivo di utenti, famigliari e comunità, nell’ipotesi che le “lezioni apprese” possano essere trasferite all’organizzazione nel suo complesso. Un modo per rinnovare i servizi della Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna, a fronte dei sempre nuovi bisogni espressi dagli utenti e delle risorse offerte dai contesti locali e distrettuali, attraverso la collaborazione con tutta la rete territoriale in un’ottica di integrazione socio-sanitaria e valorizzazione delle risorse della comunità, garantendo così una migliore efficacia in virtù del sostegno di una comunità aperta e solidale.
L’interazione fra Recovery college – come luogo della progettazione individualizzata – e la città – come sistema di opportunità inclusive per tutti, nessuno escluso – può dunque fare la differenza in termini di qualità dei percorsi di cura e di garanzia dei diritti di cittadinanza. Grazie al contributo della comunità scientifica dell’Università di Bologna, il recovery college potrà divenire anche luogo in cui avviare progetti di ricerca volti al consolidamento e all’innovazione dei servizi stessi.
Ed è proprio su questa strada che la rete dei servizi dell’Azienda USL di Bologna ha già mosso investimenti importanti, utilizzando il budget di salute, quale strumento di sintesi dell’insieme di risorse disponibili a supporto dei progetti di ripresa personale e di inclusione sociale.
Per maggiori informazioni: https://site.unibo.it/ci-vuole-una-citta/it