Il comparto della meccanica rimane strategico per la nostra provincia. A confermarlo ancora una volta, alla vigilia di un appuntamento importante per l’automotive come il Motor Valley Fest, sono i dati forniti ed elaborati dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato che analizza in profondità il settore trainante del tessuto economico modenese. Il totale delle imprese attive della meccanica nel territorio di Modena, diviso il totale delle aziende complessive operanti nella provincia, evidenzia come l’area modenese abbia una forte vocazione meccanica, mostrando un indice che è quasi il doppio di quello nazionale (precisamente pari a 188).

Lo riporta, come detto, l’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, segnalando che il territorio della Ghirlandina risulta essere la 7^ provincia in Italia per concentrazione di aziende operanti nel settore della meccanica, con 3.541 imprese attive che danno lavoro complessivamente a 43.859 addetti. A tutto ciò si deve aggiungere che Modena rientra tra quelle 45 province italiane con un peso addetti delle micro e piccole imprese della meccanica superiore del 7,5% alla media nazionale: un dato che permette all’area modenese di piazzarsi nella top 10 della classifica italiana, proprio al 10° posto. Tra i motivi principali che hanno contribuito al forte sviluppo del comparto meccanico nella provincia di Modena c’è anche il fattore export. Come testimoniato dall’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, le esportazioni nel 2022 hanno inciso per quasi 9 miliardi e mezzo di euro (precisamente 9.422.068 mila euro): un dato in aumento sia rispetto al 2021 che rispetto al 2019, il periodo pre pandemia, rispettivamente del 19,8% e del 33,5%.

«I dati confermano come il settore meccanico rappresenti un’eccellenza del territorio – afferma Davide Gruppi, presidente Lapam Confartigianato per il comparto della meccanica – e come tale va salvaguardato e tutelato. La difficoltà di reperimento di figure professionali specializzate, che come ci testimoniano i dati a livello emiliano-romagnolo è pari al 51,8% del totale, complica sicuramente lo sviluppo di un comparto in grande espansione, che ha attraversato anni difficili ma che ora sta reagendo. Ci auguriamo che le politiche del lavoro attuate da questo Governo possano contribuire a far crescere il settore, riconosciuto per la sua qualità a livello mondiale».

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