Il comandante della Legione Carabinieri Generale di Brigata Massimo Zuccher, nell’ottica di rafforzare il dispositivo di sicurezza costituito dalle stazioni disseminate su tutto il territorio della regione e quindi anche quello della provincia reggiana, ha disposto l’assegnazione di un congruo numero di militari provincia di Reggio Emilia.
Nel dettaglio 21 nuovi carabinieri, di cui 8 donne, sono stati assegnati nel territorio della provincia. Si tratta di giovani militari che hanno seguito un intenso percorso formativo comune di base, iniziato nel mese di settembre, per poi specializzarsi a seconda della successiva destinazione territoriale. Tutti sono stati formati nelle scuole dell’Arma dei Carabinieri di Torino, Velletri, Campobasso, Iglesias, Reggio Calabria. I nuovi carabinieri, assegnati anche ai presidi territoriali della provincia, contribuiranno ad accrescere i livelli di sicurezza, rafforzando l’efficacia della rete dei servizi di prossimità al cittadino, rappresentati dalle 38 Stazioni una Tenenza e tre Compagnie dipendenti dal Comando Provinciale di Reggio Emilia.
L’incremento delle unità ai reparti dislocati nell’ambito della provincia, consentirà di operare a breve anche la revisione degli orari di apertura delle caserme, incrementati al fine di garantire una più ampia possibilità per i cittadini di trovare nelle stazioni del territorio provinciale un punto di riferimento dove poter rappresentare le proprie istanze e problematiche. I reparti alimentati con le nuove risorse sono stati scelti dal Comandante della Legione, privilegiando soprattutto le aree ove l’Arma è l’unico presidio di polizia, anche al fine di incrementare la loro proiezione esterna con servizi di controllo del territorio e così fornire immediate risposte al cittadino.
Le nuove unità sono state assegnate: lungo la dorsale appenninica, per consolidare la presenza dello Stato anche in aree isolate, spesso di difficile raggiungimento, soprattutto in caso di avversità atmosferiche e non estranee ai rischi di possibili infiltrazioni di soggetti pericolosi per la sicurezza pubblica e monitorarne la presenza; nel comprensorio ceramico e nei comuni limitrofi del capoluogo reggiano e dei centri maggiori, per contrastare i fenomeni di criminalità predatoria, quelli legati al traffico di sostanze stupefacenti e di altri reati che destano maggiore allarme sociale, spesso rivolti in danno delle cosiddette “fasce deboli” lungo l’area della cosiddetta bassa reggiana ugualmente interessata ai fenomeni delittuosi quali lo spaccio e i reati contro il patrimonio.
Importante anche l’assegnazione di una buona quota di personale femminile che sarà impiegato con priorità rispetto ai reati rientranti nella sfera del codice rosso, per far sì che le vittime, grazie anche agli ambienti creati a Reggio Emilia e provincia nell’ambito del progetto denominato “Una stanza tutta per sé”, siano adeguatamente sostenute nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’Ordine e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona.