La Legge delega nazionale per il sostegno agli anziani sta procedendo e nelle prossime settimane si deciderà sul primo decreto attuativo. La Regione Emilia-Romagna aumenterà il fondo per la non autosufficienza e il piano socio-sanitario regionale sarà approvato entro l’anno.
Dunque, ieri sono uscite buone notizie dal convegno del Cupla Regionale Emilia Romagna “Gli anziani nella società che cambia”. Il Cupla, ricordiamo, è composto dalle sette associazioni dei pensionati del lavoro autonomo (artigianato, commercio e agricoltura) e rappresenta circa 230.000 pensionati in regione.
La prima notizia e molte altre positive le ha date Monsignor Vincenzo Paglia, collegato in video da Barcellona. “Il Parlamento aveva approvato la Legge delega all’unanimità – ha spiegato Vincenzo Paglia, che è stato Presidente della Commissione per le politiche in favore degli anziani della precedente Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ora riconfermato in questo incarico – ora è arrivato il momento di mettere a terra questa legge, partendo dal primo decreto attuativo, quello che definirà la cabina di regia”.
Dunque, sul tema anziani, gli è stato chiesto, c’è continuità tra il vecchio e il nuovo Governo? “Il ministro Schillaci ha confermato la linea precedente – ha proseguito Paglia – io mi auguro che il tema ‘anziani’ sia ‘unitivo’ per il Paese, noi anziani non possiamo dipendere da lotte politiche”. Paglia ha poi aggiunto quali sono i temi forti che sono poi il cardine della legge delega. “Deve essere garantita l’assistenza domiciliare all’anziano, in questo modo si abbatterà la spesa sanitaria e non avremo gli anziani aspettare in tanti nei pronto soccorso. Inoltre, occorre garantire strutture adeguate agli anziani post-acuti che poi consentano loro una volta usciti di poter tornare nella loro casa. Insomma, l’anziano ha il diritto ad essere curato nella sua abitazione”. È importante il ruolo del Cupla e delle associazioni che ne fanno parte – ha concluso Paglia – sempre zelante e coeso nel rappresentare i pensionati”. Paglia infine ha detto di aver proposto a Papa Francesco di organizzare in ottobre una manifestazione in piazza dedicata a nonni e nipoti. Ricordiamo che Monsignor Vincenzo Paglia è Presidente della Pontificia accademia per la vita.
Anche l’assessore regionale al Welfare Igor Taruffi ha portato utili indicazioni ai pensionati del Cupla riuniti ieri al Savoia Hotel. “Aumenteremo il fondo sulla non autosufficienza – ha spiegato Taruffi -. Approveremo entro l’anno il piano socio-sanitario regionale, quindi a breve partirà il confronto con il Cupla e i sindacati dei pensionati. Cercheremo di investire di più sulla domiciliarità”. Taruffi nel suo intervento ha spiegato come sulla Regione Emilia Romagna siano gravati 1.200 milioni di spese dovute alla pandemia, ma il bilancio doveva chiudere in pareggio, pena l’arrivo di un commissario. Ed è stato chiuso in pareggio. “I servizi sociali sono una priorità – ha proseguito l’Assessore – sanità e sociale sono la priorità delle priorità. Il fondo per la non autosuffcienza è di 667 milioni a livello nazionale, quello della Regione è di 519 milioni di euro di cui solo 62 provengono dallo Stato. E il 25% delle case della salute si trovano in Emilia-Romagna”.
Il convegno era stato aperto da Gian Lauro Rossi, Coordinatore Cupla Nazionale. Che ha presentato la Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità, redatto da Monsignor Paglia e indicato le quattro piorità sulle quali il Cupla è fortemente impegnato: “La legge sulla non autosufficienza, l’impegno per un invecchiamento attivo, la difesa del potere di acquisto delle pensioni e la sanità. Gli anziani sono una risorsa, però spesso non corrisponde alla realtà. Per cui i 16 milioni di pensionati devono essere rappresentati in modo unitario, dal Cupla come pensionati del lavoro autonomo insieme ai sindacati confederali dei pensionati. Noi siamo pronti”.
Sempre per il Cupla, dopo i saluti del coordinatore regionale Franco Bonini, hanno parlato Venier Rossi che ha sollecitato un piano sociosanitario regionale sempre più attento alla domiciliarità, alla presa in carico dell’anziano, all’accessibilità ai servizi sociosanitari. Ha riferito in particolare in merito ai tre strumenti di cui dispone la regione Emilia-Romagna per tutelare la popolazione anziana: il PAR (Piano Attuativo Regionale per la popolazione anziana), principale sede regionale di confronto e di dialogo tra istituzioni, organizzazioni sindacali dei pensionati e rappresentanti del terzo settore); il Piano Socio-Sanitario Regionale che pianifica e coordina i diversi investimenti sul piano sociale e sanitario e il Fondo per la Non Autosufficienza. Inoltre ha annoverato il Welfare di Comunità quale modello organizzativo del territorio che valorizza l’empowerment dei cittadini e le specificità locali.
Salvatore Cavini ha affermato che il tema più importante per l’anziano è la salute.
“Dopo la pandemia in quali condizioni si trova la sanità pubblica nel nostro paese? Sono sufficienti le risorse destinate al SSN e il Rapporto tra PIL e spesa sanitaria pro capite? Quale la prospettiva a cui si pensa per i prossimi anni per la sanità, a tutti i livelli? È Indispensabile l’integrazione sociosanitaria tra le nuove strutture, occorre una riorganizzazione complessiva dei servizi sanitari e sociali, una cultura diversa nello svolgimento di servizi sempre più integrati”.