Si attenua, ma prosegue e rimane positiva la tendenza per l’industria delle costruzioni emiliano-romagnola nel primo trimestre 2023, mentre si è affievolita e va ormai verso la conclusione l’esperienza dei “super bonus” introdotti a sostegno del settore edilizia.

E’ quanto emerge dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Il volume d’affari
Tra gennaio e marzo, la fase di espansione avviata fin dal primo trimestre 2021 è proseguita, ma con un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2022 (+3,0 per cento).

La crescita dell’attività del settore delle costruzioni nel trimestre ha mostrato una netta correlazione positiva tra dimensione d’impresa e andamento del volume d’affari. Le piccole imprese, da 1 a 9 dipendenti, hanno registrato un minimo incremento (+0,3 per cento). Invece, l’attività è aumentata in modo consistente per le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (+4,7 per cento) e ancor di più per le grandi imprese da 50 a 500 (+6,2 per cento).

I giudizi delle imprese
A testimonianza del rallentamento della ripresa nel primo trimestre 2023, il saldo dei giudizi tra le quote delle imprese che hanno rilevato un aumento o, viceversa, una riduzione del volume d’affari rispetto allo stesso periodo del 2022 è sceso, ma non ha interessato tutte le dimensioni.
Il saldo è divenuto negativo solo per le piccole imprese, calando a quota -0,3 punti.
Per le medie imprese ha mostrato una contenuta flessione e si è mantenuto comunque elevato a 23,6 punti. Invece per le grandi imprese il saldo dei giudizi è migliorato risalendo a +35,8 punti su livelli decisamente elevati.

Il registro delle imprese
La consistenza delle imprese attive nelle costruzioni è risultata pari a 66.628 unità, con una decisa flessione tendenziale (-688 imprese, -1,0 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’andamento regionale è risultato allineato a quello nazionale (-1,0 per cento).
La riduzione si è concentrata tra le imprese che effettuano lavori specializzati (-429 unità), che sono quelle più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi, ma con un tasso di variazione lievemente più contenuto (-0,9 per cento), mentre per il gruppo meno consistente delle attive nella costruzione di edifici, la discesa è stata più rapida (-1,5 per cento), anche se la perdita in valore assoluto (-247 unità) è risultata più limitata.

Modifiche secondo la forma giuridica
Se si considera la variazione della base imprenditoriale secondo la forma giuridica delle imprese, l’inversione in negativo della tendenza complessiva ha appena frenato la crescita delle società di capitali (+5,0 per cento, +796 unità), mentre ha accentuato l’arretramento delle ditte individuali (-1.257 unità, -2,8 per cento) e delle società di persone (-3,2 per cento, -194 unità).
In flessione anche i consorzi e le cooperative (-3,2 per cento, -33 unità).

Le previsioni
Secondo la stima elaborata a metà aprile da Prometeia in “Scenari per le economie locali”, nel 2023, la tendenza per le costruzioni, pur rimanendo positiva, subirà un forte rallentamento (+2,8 per cento), a seguito della revisione delle misure adottate a sostegno del settore.
Al termine del 2023, il valore aggiunto delle costruzioni dovrebbe superare del 34,5 per cento quello del 2019, rimanendo però ancora sotto al massimo del 2007 (21,5 per cento).

 

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