Signor Prefetto, Autorità civili, religiose e militari, Magistratura, rappresentanti del Governo, Sindaci della città metropolitana,

a tutte e tutti i cittadini qui presenti.

Benvenuti al Pilastro!

 

La ringrazio signor Prefetto per avere voluto condividere la scelta di portare la Festa della Repubblica tra le persone.

Lo scorso anno abbiamo inaugurato questa nuova modalità a Casteldebole ed è stata una bella festa.

Il 2 giugno è un giorno di Festa ma lasciatemi però ricordare in apertura le 15 vittime dell’alluvione che ha colpito solo pochi giorni fa la nostra terra. Gli sfollati, chi ha perso la propria casa e il proprio lavoro. I Comuni ancora martoriati dalle frane.

La nostra Regione è stata ferita da un evento tragico e inedito per intensità e dimensioni, ma ci rialzeremo, anzi ci stiamo già rialzando.

Lo stiamo facendo grazie all’impegno di tanti e alla vicinanza del resto del paese. Un moto di grande solidarietà ci ha toccati. Ne siamo commossi e grati.

In una giornata come questa penso che la difesa della Patria sia certamente un argomento importante, ma ancora più importante a seguito di quello che è successo è assumere la consapevolezza che dobbiamo sempre di più difendere anche la terra nella quale viviamo.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una nuova generazione che in modo per molti inaspettato ha preso voce per chiedere di cambiare rotta, ragazzi e ragazze, gli stessi che pale alla mano hanno raggiunto i luoghi colpiti dalle alluvioni, per aiutare, per liberare case e strade dal fango, accanto alle strutture organizzate, pubbliche e private. Solo a Bologna in poche ore oltre 4000 persone hanno dato la loro disponibilità a dare una mano, ad essere solidali con gli altri.

Celebrare questa giornata vuol dire celebrare le istituzioni repubblicane. Non più sudditi, ma cittadini. Con eguali diritti e doveri. Dove appunto le istituzioni sono a servizio delle persone, e non viceversa. Come ci richiama l’art. 3.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Un impegno che qui al Pilastro deve valere molto e deve valere sempre di più.

Il Villaggio del Pilastro nacque per soddisfare la grande richiesta di alloggi che si creó con l’imponente ondata di immigrazione del Dopoguerra.

Nel 1962, con l’entrata in vigore della Legge che prevedeva la costituzione di piani di edilizia economica e popolare (PEEP) per fare fronte all’espansione delle città italiane.

Fu individuata un’area di aperta campagna che venne affidata all’Istituto Autonomo Case Popolari per l’edificazione di un intero nuovo quartiere.

Tra il 1964 e il 1966 vennero completati i primi edifici e il parco, che caratterizza la zona centrale del quartiere.

Il 9 luglio 1966, alla presenza del cardinale Giacomo Lercaro, fu inaugurato il primo nucleo di circa 400 alloggi del Villaggio Pilastro, abitati dai primi 2500 cittadini in gran parte immigrati del nostro paese e della nostra regione.

Però nel rione mancavano i servizi di base: acqua, riscaldamento, strade asfaltate, trasporti pubblici. Alla sua nascita il Pilastro era di fatto isolato, soprattutto quando nel 1967 la costruzione della tangenziale lo separò ulteriormente dal resto della città.

Per ottenere migliori condizioni di vita, i primi abitanti si riunirono nel Comitato Inquilini, fondato il 16 settembre 1966 da Oscar De Pauli e Luigi Spina e attivo fino alla fine degli anni Novanta. L’azione del Comitato riuscì a portare risultati importanti al Pilastro: l’autobus, le scuole, il riscaldamento, i servizi sanitari, gli impianti sportivi e, nel 1972, la biblioteca che è qui al nostro fianco.

Un rione simbolo della stagione dell’edilizia popolare italiana post ricostruzione, che fu perfino scelto come scenografia per il videoclip di Serenata Rap, di Jovanotti del 1994 è animata da un famosissimo concerto di Luca Carboni al Parco Pasolini, il secondo parco pubblico di Bologna per dimensioni.

Eventi culturali che seguirono però un tragico evento e un periodo di forte preoccupazione. I fatti della Uno Bianca e l’eccidio del Pilastro.

Tre valorosi uomini caddero trucidati e qui li vorrei ricordare con commozione: Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini.

Alla madre di Otello, la signora  Anna Maria, l’anno scorso avevo promesso che avremmo finito i lavori della nuova Caserma in tempo per la prossima commemorazione e così sarà.

Oggi, Festa della Repubblica è probabilmente l’occasione giusta per annunciare che tra qualche settimana il Comune consegnerà all’arma dei Carabinieri le chiavi della nuova Caserama.

Un edificio moderno, dotato di appartamenti per il personale dell’arma e spazi per accogliere la cittadinanza. Un nuovo presidio di sicurezza, il cui completamento e attivazione sono attesi da tempo da tutto il rione.

Tante le trasformazioni della zona dove nei prossimi anni arriverà il Tram, il trasporto pubblico veloce di massa che archivierà uno storico isolamento.

Il rinnovo degli Orti di via Salgari, la più grande area ortiva di Bologna.

Accanto alla Biblioteca Luigi Spina ha aperto la Casa Gialla dove si ritrovano adolescenti e famiglie.

Così come ha riaperto dopo il Covid la Casa di Quartiere di via Dino Campana e quella dell’Arboreto. I progetti del Teatro Dom proseguono e così le attività del

Circolo La Fattoria, Tele torre, del Centro Documentazione per l’Handicap, gli impianti sportivi comunali e universitari, il lavoro generoso di tante altre realtà, ultimi arrivati i dentisti solidali.

Ora stanno partendo i lavori di ristrutturazione del Poliambulatorio sanitario da parte dell’Ausl e presto quello per la realizzazione del grande e nuovo Museo di bambini della città di Bologna, a pochi passi da qui.

Cari concittadini e concittadine, forze dell’ordine e rappresentanti delle istituzioni.

Questo rione vive di associazionismo, volontariato, di cultura, di commercio, di pugilato, di musica e di partecipazione. Soprattutto è un rione con tante famiglie e alcune scuole pubbliche di straordinario valore senza le quali l’inclusione vera e l’art 3 della nostra Costituzione sarebbero di fatto negati.

Qui contraddizioni e problemi non mancano, ma ogni volta che mi affaccio su questo scorcio di della nostra città così verde e popolare mi sento a casa.

Pochi giorni fa proprio accanto a noi ha girato un video musicale il giovane cantante Medy, che citai nel mio discorso dell’anno scorso a Casteldebole. Accanto lui decine di ragazzi giovanissimi, figli del Pilastro come lui.

È a questi ragazzi e a queste ragazze che dobbiamo dedicare tutti i nostri sforzi e l’esempio più alto delle nostre istituzioni.

Viva Bologna, viva l’Italia, buona festa della repubblica a tutti e tutte.

 

Ora in onda:
________________