«È un risultato importante che testimonia il nostro impegno a tutela delle esigenze delle imprese. Il coinvolgimento attivo della nostra associazione e lo scambio proficuo avuto con gli eurodeputati rappresentano un importante passo per dedicare sempre più attenzione alle istanze delle micro, piccole e medie imprese, che rappresentano una parte essenziale del tessuto produttivo europeo del settore della moda».
Roberto Guaitoli, presidente Lapam Moda, commenta così la scelta del Parlamento europeo che ha approvato in Plenaria, con un’ampia maggioranza, il testo finale sulla Strategia UE per prodotti tessili sostenibili e circolari che recepisce le proposte avanzate da Confartigianato.
Questa strategia, lanciata nel 2022 dalla Commissione europea, rientra nell’ambito del Piano d’azione per l’economia circolare 2020, il cui obiettivo principale è quello di accelerare la transizione verso un’economia circolare e sostenibile in diversi settori, tra cui il tessile. L’obiettivo è quello di suggerire azioni e misure volte a contenere il dilagante fenomeno del fast-fashion, valorizzando invece i prodotti che prediligono qualità e sostenibilità dei processi di produzione. «Siamo sempre stati molto attivi nel recepire le indicazioni provenienti dall’Europa – ha proseguito il presidente Guaitoli –. Abbiamo partecipato ai tavoli decisionali portando alla luce dei decisori le necessità evidenziate dalle micro, piccole e medie imprese per valorizzare il loro saper fare. Non ultimo abbiamo organizzato eventi in merito, proprio per aiutare le imprese a capire le norme, ad applicarle e a essere preparate alla transizione. Siamo soddisfatti che il Parlamento europeo abbia recepito le nostre proposte per avvicinare quanto più possibile il testo della Commissione europea alle istanze delle imprese del settore che si impegnano a essere sempre più sostenibili». La principale indicazione riguarda il rafforzamento del ruolo delle micro e PMI dei settori tessile e calzaturiero, i cui modelli di business valorizzano la qualità dei prodotti e la sostenibilità dei processi di produzione, a differenza dei modelli tipici del fast-fashion. L’accento è stato posto sul ruolo di sarti, calzolai e delle pulitintolavanderie, in quanto figure specializzate del settore tessile e calzaturiero che, attraverso i propri servizi di riparazione e manutenzione professionale, contribuiscono a limitare l’impatto ambientale del settore tessile, per contribuire positivamente alla riduzione delle acque reflue e per rendere più durevoli i prodotti tessili e calzaturieri. Sempre per contribuire positivamente agli obiettivi di sostenibilità del settore tessile, viene incoraggiato il recupero e il riutilizzo degli scarti tessili per l’impiego di materie prime secondarie per le successive produzioni e l’istituzione di poli innovativi (Textile hubs) per il recupero e il riutilizzo dei rifiuti tessili. È stata inoltre evidenziata la necessità di prevedere obblighi proporzionati ed egualmente distribuiti lungo tutta la filiera di produzione in applicazione del principio di responsabilità estesa del produttore, a tutela dei contoterzisti, che spesso sono micro e PMI, in linea con le azioni che la Confederazione sta promuovendo a livello nazionale in materia di EPR (Responsabilità Estesa del Produttore). Infine, per garantire che i prodotti tessili e calzaturieri venduti siano conformi ai principi di sostenibilità previsti a livello UE, è stato richiesto di rafforzare le misure di sorveglianza del mercato interno.