La riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza è tema che ha impegnato per mesi noi sindaci, in quanto rappresentanti delle comunità locali, insieme alla direzione dell’Azienda sanitaria locale, alla Regione Emilia-Romagna e alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (Ctss).
Un confronto serrato che, partendo da un vivace dibattito maturato in particolare all’interno dell’Ufficio di Presidenza della Ctss stessa, ha condotto all’elaborazione di una proposta da parte dell’Ausl che si sostanzia in alcune decisioni finalizzate a una nuova organizzazione delle risorse e dei servizi in modo più aderente alle nuove necessità della cittadinanza e in un quadro caratterizzato dalla carenza nazionale di professionisti medici nel comparto dell’emergenza-urgenza.
La nuova proposta elaborata sarà discussa nei prossimi giorni anche con sindacati e pubbliche assistenze del territorio – così come ha già ricordato il Presidente Giorgio Zanni – per poi tornare il 22 giugno prossimo in assemblea alla presenza della Regione, titolare delle competenze sanitarie e proponente dell’architrave della riforma stessa, così da dettagliarne ulteriormente tempi e modi di attuazione.
La discussione verte anzitutto sulla rimodulazione del servizio delle 6 automediche (di cui una h12) e delle 6 autoinfermieristiche che attualmente operano sul territorio.
Questi veicoli saranno messi a disposizione della rete sovraprovinciale del servizio di emergenza sanitaria (118), che li impiegherà per un’assistenza medica continuativa, che può far fronte alle emergenze sul territorio provinciale. Il mezzo di soccorso avanzato in rete più vicino sarà inviato sull’emergenza, in modo da garantire un intervento più rapido ed efficiente.
In questo contesto si è deciso di mantenere il presidio di automedica a Scandiano, in quanto punto di partenza idoneo per servire un’area piuttosto vasta, caratterizzata da distanze che possono essere ricoperte in un lasso di tempo idoneo a rispondere puntualmente ad eventuali emergenze. Stessi identici principi di sicurezza e qualità del servizio che vogliamo vengano assicurati in tutti i distretti sanitari della nostra provincia, da Montecchio a Scandiano, da Guastalla a Castelnovo Monti, passando per Reggio Emilia. Per questo giudichiamo positivamente anche gli innovativi accordi e di integrazione sovra-provinciale, come quello tra le Aziende sanitarie di Parma e Reggio che darà finalmente riconoscimento alla funzione del Franchini quale ospedale di tutta la Val d’Enza, su entrambe le sponde dell’Enza, con il suo Pronto soccorso e con la collaborazione congiunta dell’automedica di Traversetolo.
Saranno poi attivati i nuovi Centri di Assistenza per le Urgenze (Cua) – un servizio di assistenza medica continuativa per far fronte alle emergenze e indirizzare meglio il paziente verso una soluzione tempestiva del problema – e il nuovo numero unico per le emergenze/urgenze, attivo 24h e capace di indirizzare ogni cittadino verso il percorso di cura immediato e migliore per la tipologia di richiesta e di gravità. A questo si affiancherà una riorganizzazione della rete delle Guardie Mediche e dei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione presso gli ospedali (Dea), il tutto nell’ottica di integrare i servizi di Pronto soccorso attualmente attivi sul territorio con nuovi e adeguati strumenti che migliorino qualità e celerità di risposta alle esigenze dei nostri concittadini.
Come Ufficio di Presidenza della Ctss di Reggio Emilia riteniamo questa nuova proposta – elaborata e rimodulata più volte, nelle scorse settimane, dal lavoro e dal confronto tra politica e tecnici dell’Ausl – equilibrata e soddisfacente in quanto capace di sintetizzare le necessità e le voci espresse dai territori e di rimodulare i servizi di emergenza-urgenza senza ridurne l’efficacia, ed anzi garantendo così la tutela e la prosecuzione di un servizio fondamentale e di qualità. Riteniamo si tratti di una proposta che offre risposte razionali, reali e sostenibili ai nuovi scenari e alle nuove necessità, che rilancia il ruolo dell’assistenza sanitaria universalistica mantenendo la tradizionale capacità di essere tempestiva e capillare. Per questo ci siamo sentiti, dopo puntali passaggi di ridefinizione della proposta complessiva, di poterla ora accompagnare lungo tutto l’iter di conoscenza e confronto pubblico locale che porterà infine all’espressione del parere da parte di tutti i sindaci che verrà consegnato alla Regione.
(L’Ufficio di Presidenza della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Reggio Emilia)