È stato presentato oggi il nuovo Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. I dati che riguardano l’Università di Bologna confermano la sua forte attrattività sia da fuori regione che dall’estero. Sono sempre di più le studentesse e gli studenti Unibo che si laureano in corso, e aumentano sia le esperienze di tirocinio che i periodi di studio all’estero.
IL PROFILO DEI LAUREATI UNIBO
Per quanto riguarda il Profilo dei laureati, l’indagine ha preso in considerazione oltre 281 mila laureati di 77 università. Di questi, 18.919 sono laureati dell’Università di Bologna: 9.584 di primo livello, 7.437 magistrali biennali e 1.798 a ciclo unico.
Dai dati sul profilo dei laureati arriva innanzitutto la conferma della forte attrattività di cui gode l’Università di Bologna. Il 45,5% dei laureati Unibo proviene infatti da fuori regione, quasi il doppio rispetto alla media nazionale che si ferma al 24,3%. In particolare, proviene da fuori regione il 38,7% dei laureati triennali, il 54,3% dei laureati magistrali biennali e il 45,3% dei laureati nei corsi magistrali a ciclo unico. Sono dati in costante crescita: basti ricordare che le immatricolazioni dell’ultimo anno accademico indicano che ormai il 49,7% viene da fuori regione o dall’estero, un dato senza pari fra gli Atenei italiani.
Cresce ancora, inoltre, il numero di laureati con cittadinanza estera, che arriva al 6,9% (erano il 6,2% lo scorso anno): anche in questo caso numeri sopra la media nazionale (che si ferma al 4,3%), con una forte presenza in particolare tra i laureati magistrali (10% contro una media nazionale del 6,8%). Anche in questo caso si tratta di dati che riflettono una tendenza di crescita costante: quest’anno le immatricolazioni di studenti internazionali sono aumentate del 7% rispetto al precedente anno accademico, arrivando a comprendere il 10% del totale dei nuovi iscritti.
In crescita anche i numeri dei laureati in corso dell’Alma Mater: il 72,1% chiude gli studi entro i tempi previsti (lo scorso anno erano il 69%), mentre la media nazionale si ferma al 62,5%. In particolare, si laurea in corso il 74,6% di chi si iscrive a un corso di laurea triennale (62,4% la media nazionale), il 71% di che sceglie un corso di laurea magistrale biennale (66,4% la media nazionale) e il 63,1% di chi sceglie un corso di laurea magistrale a ciclo unico (51,7% la media nazionale).
Altro punto di forza che emerge dai dati è il numero di laureati che ha svolto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea: il 12,7% del totale (in crescita rispetto all’11,8% dell’anno scorso), contro una media nazionale che si ferma all’8,3%. Tra questi c’è un 10,1% di laureati triennali (5,9% la media nazionale), un 15,2% di laureati magistrali biennali (10,6% la media nazionale) e un 15,7% di laureati magistrali a ciclo unico (13,1% la media nazionale).
Aumentano anche le esperienze di tirocinio riconosciute dai corsi di studio. Tra i laureati dell’Alma Mater il 60,1% ha fatto attività di tirocinio, in crescita rispetto al 58,3% dello scorso anno: il 56,3% tra i laureati triennali, il 64,9% tra i laureati magistrali, il 60,3% tra i laureati magistrali a ciclo unico.
Nel complesso, il 90,9% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria all’Alma Mater. In particolare, l’89% è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’89,1% dei laureati le ritiene adeguate. Il 74,1% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 14,7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBO
Il nuovo Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati ha riguardato in totale circa 670 mila laureati di 78 università. Di questi, 37.178 sono laureati dell’Università di Bologna. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti dall’università nel 2021 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati dopo cinque anni.
Considerando i laureati triennali Unibo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (31%), risulta in crescita il tasso di occupazione, che arriva al 75% (contro il 72,7% dello scorso anno), mentre è in calo il tasso di disoccupazione, pari al 9,5% (era il 12,1% l’anno scorso). In particolare, tra gli occupati, il 20,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 20,6% ha invece cambiato lavoro; il 58,7% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 26,5% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 33,3% su un lavoro a tempo determinato. L’8,6%% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 22,5% degli occupati.
Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello del 2021, quelli contattati a un anno dal titolo sono 9.636 (di cui 6.633 magistrali biennali e 2.003 magistrali a ciclo unico).
Anche in questo caso risulta in crescita il tasso di occupazione, pari al 78,9%, contro il 74,1% dello scorso anno, e in calo il tasso di disoccupazione, pari al 9,3%, contro il 13% dell’anno scorso. Nel complesso, il 16,4% dei laureati prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16% ha invece cambiato lavoro; il 67,6% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 20% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 28% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 6,9% svolge un’attività in proprio.
Numeri positivi anche per gli 8.509 laureati Unibo del 2017 contattati a cinque anni dalla laurea (di cui 6.255 magistrali biennali e 2.237 magistrali a ciclo unico). In questo caso, il tasso di occupazione arriva infatti all’89,1%, in crescita rispetto all’87,8% dello scorso anno, mentre il tasso di disoccupazione scende al 3,8% rispetto al 4,2% dello scorso anno. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 52%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono 17,5%. Svolge un’attività in proprio il 13,7%. Le retribuzioni arrivano in media a 1.710 euro mensili netti. Ma dove vanno a lavorare? Il 64,9% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 30,5% nel pubblico, e il 4,5% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 76,2% dei laureati occupati, mentre l’industria ne accoglie il 22,1%; l’1,4% lavora nel settore dell’agricoltura.