È stato presentato oggi a Napoli il Manifesto sull’Emergenza Casa, nell’ambito della rassegna “Dialoghi sull’abitare”, promossa dal Comune di Napoli e culminata con due tavole rotonde cui ha partecipato la vicesindaca con delega alla Casa Emily Clancy.

Il manifesto è il risultato di un lavoro concertato, che ha coinvolto le Amministrazioni di Bari, Bologna, Catanzaro, Firenze, L’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Potenza, Roma, Torino e Venezia, coordinate dall’ANCI. Un lavoro partito a Bologna nella prima tavola rotonda fra gli assessori e le assessore delle città, il 6 aprile scorso, dopo la presentazione del Piano per l’Abitare del Comune di Bologna.

L’obiettivo è presentare al Governo una serie di richieste concrete e strumenti per i Comuni finalizzati a gestire le politiche abitative, tenendo conto dei più fragili, degli studenti, del tema degli affitti brevi e delle esigenze del comparto turistico. Il documento affronta quattro ambiti:

1. Fondi, per rifinanziare strumenti come il Fondo Affitti e Morosità Incolpevole e dotarsi di una politica strutturale di sostegno agli affitti.

2. Investimenti per:

il recupero e la razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (Erp);
l’acquisizione e la gestione dell’edilizia sociale da parte dei Comuni;
l’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili pubblici inutilizzati, anche quella degli immobili invenduti e oggetto di aste giudiziarie;
prevedere risorse a copertura delle residue 112 proposte del Pinqua (Programma nazionale della qualità dell’abitare).
3. Fondi per la manutenzione del patrimonio pubblico, utilizzabili anche per operazioni di efficientamento energetico, in modo permanente e strutturale.

4. Regole:

promuovere una legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica per superare la regionalizzazione delle politiche sulla casa;
istituire una regolamentazione nazionale sugli affitti brevi;
rendere più remunerativo l’affitto di lungo periodo;
rivedere la normativa in materia di federalismo demaniale.

“Abbiamo bisogno di occuparci di casa a ogni livello di governo – commenta la vicesindaca Emily Clancy – In Italia, a differenza di quanto avvenuto in altri paesi con sistemi di welfare più robusti, la politica della casa ha rappresentato tradizionalmente un ambito minore dell’intervento pubblico in termini di impegno finanziario e soprattutto un settore caratterizzato da forte frammentazione degli strumenti utilizzati. È ora di invertire la rotta. Il forte disimpegno dello Stato sul tema riflette anche l’idea che la politica della casa sia ormai superflua in un paese a benessere elevato, in cui il numero delle abitazioni è superiore a quello delle famiglie e in cui vi è un’elevata diffusione della casa di proprietà. Ma non è più così. Serve una politica organica sulla casa che serva da volano per una rinnovata centralità dello Stato nelle politiche abitative e una ritrovata sinergia di livelli di governo diversi per dare la necessaria priorità al diritto alla casa su tutto il nostro territorio nazionale.
È venuto il momento di una politica comune anche su base europea sulle politiche abitative: a partire dalla regolazione delle piattaforme turistiche per governare l’estrazione di capitale che stanno producendo nelle città e dalla formulazione di un quadro unico europeo sul diritto alla casa a cui agganciare specifiche linee di sostegno e finanziamento. Per questo l’alleanza municipalista tra città italiane ed europee, città che promuovono direttamente Piani per l’Abitare sui propri territori ma spingono anche Governo ed istituzioni europee, è particolarmente preziosa.”

“Il diritto alla casa è una delle emergenze dei nostri tempi alle quali i Comuni spesso sono impossibilitati a fornire risposte adeguate. C’è bisogno oggi di una politica strutturale sulle politiche abitative che guardi alla qualità dell’abitare come una leva che supporta lo sviluppo sociale delle nostre città, il diritto allo studio, lo sviluppo economico e urbano delle comunità che abitiamo. Per affrontare in modo strutturale ed efficace questo tema occorrono politiche integrate e azioni su più livelli, che devono riguardare i fondi disponibili per il welfare abitativo, gli investimenti per l’ampliamento del patrimonio immobiliare e sulla manutenzione dell’esistente, la disciplina legislativa (dall’edilizia residenziale pubblica agli affitti) così da dotare i Comuni di quegli strumenti utili per realizzare quelle politiche che possono offrire soluzioni alle diverse esigenze emerse in questi anni in maniera trasversale nel nostro Paese” ha dichiarato Antonio Decaro, presidente di ANCI e sindaco di Bari.

“È necessaria una regolamentazione di carattere nazionale che disciplina il tema delle politiche abitative e degli affitti brevi mettendo in condizione i Comuni di poter rispondere concretamente e celermente ai bisogni dei giovani, degli studenti e delle fasce sociali più deboli. Come Comune di Napoli siamo in prima linea su questo fronte e il dibattito articolato di oggi lo testimonia” così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

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