Charlie Chaplin li chiamerebbe i nuovi “Tempi moderni” e, magari, ci farebbe un sequel del capolavoro del 1936, ma paragoni cinematografici a parte quello che evidenzia l’analisi dell’ufficio studi Lapam sull’automazione conferma che quasi un operaio su tre (il 29,2%) ha il posto di lavoro a rischio a causa delle nuove tecnologie.

Sono in totale 61.167 (il 54,4%) gli addetti delle micro e piccole imprese di Reggio Emilia (fino a 49 persone) a medio rischio automazione, mentre 32.770 (il 29,2%, appunto) sono ad alto rischio. È quanto emerge dall’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha preso in esame le attività, tra cui quelle artigiane, presenti sul territorio, in cui i lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa dell’automazione, ossia tutti quei processi ripetitivi in azienda che possono essere svolti da macchinari, andando dunque a minare l’occupazione di persone. La ricerca ha evidenziato come, nell’artigianato, a medio rischio automazione vi è il 56,5% ovvero 21.228 operai, mentre il 40,7%, 15.272 persone, è ad alto rischio.
La ricerca Lapam si è concentrata anche sulle imprese. 23.900 attività, il 56,9% del totale delle imprese sul territorio di Reggio Emilia e provincia, sono a medio rischio automazione, mentre il 16,5% delle imprese sono ad alto rischio automazione. Per quanto riguarda le micro e piccole imprese (fino a 49 addetti), il 57% è a medio rischio, mentre il 16,4% è a rischio alto.
«La digitalizzazione rappresenta il futuro – dichiara Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato – e non possiamo esimerci dall’evoluzione in campo tecnologico. Ma non dobbiamo pensare che, a causa dell’automazione dei processi, si perderanno posti di lavoro, anzi. Digitalizzare i processi aiuterà a snellire quelle operazioni di routine, e questo permetterà alle imprese di avere più persone a disposizione per fare formazione, accrescere il livello di conoscenze e avere figure professionali da poter investire per nuove attività di crescita e di espansione del proprio business. Come associazione affiancheremo le aziende, anche grazie ai nostri servizi digitali, in questo processo, senza dimenticare però che il valore umano dato dalle persone rappresenta un aspetto fondamentale. Nessuna intelligenza artificiale, per usare un termine molto di moda in questo momento, potrà sostituire le conoscenze e il saper fare tipico degli artigiani. La creatività, la visione, il pensiero etico e sostenibile, il lavorare con gli altri, la motivazione e la perseveranza, oltre a una formazione qualificata e professionale che aumenta il grado di conoscenza e di possibilità di rinnovamento della propria impresa».

 

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