Ipertrofia prostatica, calcolosi delle vie urinarie, stenosi uretrali sono patologie benigne assai diffuse tra la popolazione, con un’incidenza che cresce con l’avanzare dell’età (da 15% nei pazienti 40-49 anni a 37% nella fascia di età 70-79), comportando un importante impatto sulla qualità della vita dei pazienti. Nel territorio dell’Azienda USL di Bologna sono circa 900 i pazienti affetti da questo tipo di patologie e, dal momento della diagnosi, circa il 10% viene candidato all’intervento nei primi 5 anni.

Da oggi, ai pazienti seguiti dall’Urologia dell’Azienda USL Bologna presso il presidio ospedaliero di San Giovanni in Persiceto che necessitano di intervento chirurgico potranno essere garantiti trattamenti endoscopici mini-invasivi, consentiti grazie al nuovo laser con sorgente al Tulio ibrido di ultima generazione per il trattamento della calcolosi urinaria e delle patologie dei tessuti molli, introducendo vantaggi in termini di qualità delle prestazioni e velocità del trattamento, permettendo la rapida polverizzazione anche dei calcoli più duri.

Il nuovo laser al Tulio ibrido è un macchinario di ultima generazione, in sostituzione di quello già in uso, che consentirà all’equipe di urologi dell’Azienda USL di Bologna, diretta da Sergio Concetti, di operare soprattutto pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna con una minore morbilità, un minor numero di giorni di degenza e un più tempestivo recupero delle attività quotidiane.

L’investimento si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione dell’Urologia di San Giovanni in Persiceto – che ha comportato un investimento dell’Azienda USL di circa 500.000 euro. Esso include l’acquisto di sistemi per la chirurgia mininvasiva introducendo tecnologie innovative per i trattamenti endourologici e strumentazione rigida e flessibile sempre più miniaturizzata da impiegare nel trattamento della calcolosi. È inoltre prevista la sostituzione del sistema di imaging intraoperatoria a supporto dell’attività chirurgica, adottando standard di tipo digitale e tecnologie che assicurino anche l’ottimizzazione della dose radiologica a pazienti e operatori.

“Un investimento tecnologico che va nella direzione di valorizzare le competenze dei nostri professionisti, promuovendo la cura dei casi meno complessi con i migliori standard sul territorio favorendo al tempo stesso la centralizzazione della chirurgia ad alta complessità o oncologica presso l’Ospedale Maggiore” precisa Paolo Bordon, Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna.

L’acquisto del nuovo macchinario è stato reso possibile grazie alla sinergia tra i professionisti dell’Urologia, dell’Ingegneria Clinica diretta da Elisabetta Sanvito e del Dipartimento delle Chirurgie Specialistiche, diretto da Anna Maria Baietti.

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