Da una parte la qualità riconosciuta a livello internazionale del sistema regionale dell’Emilia-Romagna. Dall’altra le competenze della Fondazione Serena, che negli anni ha costruito un modello multidisciplinare innovativo di presa in carico di adulti e bambini con malattie neuromuscolare e neurodegenerative come la SLA, la SMA e le Distrofie Muscolari.

Da questo incontro parte il piano di riorganizzazione portato avanti negli ultimi mesi dall’Azienda sanitaria di Bologna che è stato condiviso nei giorni scorsi alle associazioni dei pazienti AssiSLA, Asamsi, Aism, Aisla, Aisa, Telethon, UILDM.

L’IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna presso l’ospedale Bellaria, infatti, ospiterà un nuovo reparto neuromuscolare con un primo nucleo di 4 posti letto operativi entro la fine dell’anno, destinati a diventare 16 a regime, fra tre anni. Si tratta del primo caso in Italia completamente pubblico di centro fondato sull’esperienza dei Centri Clinici NeMO (NeurMuscular Omnicentre) gestiti appunto dalla Fondazione Serena onlus.

Si chiamerà Centro Clinico NeMO Bologna. La peculiarità di questo approccio è che il modello di cura si fonda sulla multidisciplinarietà, grazie alla presenza nei reparti di professionisti con specialità cliniche differenti chiamati a operare insieme per garantire la continuità di cura. La presa in carico accompagna la persona e la sua famiglia in tutto il suo percorso di vita e in ogni fase della malattia: alle camere per la degenza ordinaria si affiancano perciò aree ambulatoriali e di day hospital, aree pediatriche, palestre, aree comuni, giardini e terrazzi. Fondamentale è che ai percorsi di cura ospedalieri si affianchi l’assistenza domiciliare, visto che purtroppo con molte di queste patologie bisogna convivere tutta la vita.

Il modello NeMO affianca poi alla diagnosi e alla cura anche l’attività scientifica di ricerca.

“Il territorio emiliano è da sempre culla di sperimentazione per nuovi modelli di sviluppo in ambito sanitario- commenta l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. Modelli di cura che sono aperti a tutti perché pubblici, che accolgono però l’esperienza che viene dal terzo settore, e cioè dalle famiglie dei malati stesse. Per questo abbiamo sposato questa idea, a maggior ragione se si pensa che alla cura si affianca l’altro caposaldo fondamentale della ricerca scientifica”.

Non è un caso se l’investimento parte dall’IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna: si tratta infatti di un centro di riferimento regionale per le malattie del sistema nervoso centrale e periferico, da gennaio anche riconosciuto all’interno dell’ERN, European Reference Network.

L’avvio delle opere di ristrutturazione è fissato per settembre. Il centro sarà realizzato nel padiglione C dell’Ospedale Bellaria, mentre i percorsi di riabilitazione e ricerca saranno di fronte, nel padiglione A. Il coordinamento nella realizzazione del Centro Clinico Nemo Bologna è stato affidato al professor Rocco Liguori, direttore della Scuola di Specializzazione Neurologica e professore Ordinario di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna. Uno degli aspetti cruciali dell’investimento è concentrato sulla formazione rivolta agli operatori dell’istituto ed erogata dai professionisti NeMO che trasferiranno competenze cliniche, scientifiche, sociosanitarie e gestionali. Un Comitato Tecnico-Scientifico sarà garante per la qualità delle prestazioni erogate sia in termini di aderenza agli standard di cura, come anche della loro efficacia.

“L’innovazione dei processi di presa in carico è il disegno dal quale nasce la realizzazione di un nuovo centro clinico per le malattie neuromuscolari a Bologna- dichiara Paolo Bordon, direttore generale AUSL Bologna, che continua:- La capacità di mettere a sistema i servizi territoriali, integrando i percorsi di cura ospedalieri con l’assistenza domiciliare, diventa dunque una delle priorità per garantire la migliore risposta alle famiglie”.

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