Si sono svolte nella giornata del 26 luglio le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno approvato a maggioranza l’ipotesi di accordo per il rinnovo dei Contratti Aziendali di Inalca Castelvetro e di Ges.Car., azienda controllata al 100% da Inalca e che opera in appalto all’interno dello stabilimento di Castelvetro di Modena. “Con l’approvazione dei lavoratori in assemblea – fanno sapere Fai Cisl Emilia Centrale, Flai Cgil Modena e Uila Uil Modena e Reggio Emilia – diventano quindi operativi due accordi che interessano oltre 1000 lavoratori del sito produttivo e che i dipendenti Inalca aspettavano da quasi 8 anni”.

“Accordi importanti e speculari sugli aspetti salienti”, spiegano Diego Bernardini della Flai Cgil, Ennio Rovatti della Uila Uil e Daniele Donnarumma della Fai Cisl, “che sanciscono innanzitutto un principio fondamentale e cioè che tutti i lavoratori dello stabilimento, siano essi dipendenti diretti dell’Inalca o lavoratori in appalto o somministrati, devono avere, anche dal punto di vista di quanto stabilito nei contratti aziendali, pari diritti e pari dignità”.

“Nel loro insieme gli accordi” proseguono i sindacalisti, “rappresentano un notevole miglioramento economico rispetto al passato, a partire dal premio di produttività, il quale terrà conto di diversi parametri produttivi e di attenzione alla qualità, oltre che a fattori di apporto individuale e che, nei valori massimi, potrà arrivare ad oltre l’80% in più rispetto ai precedenti valori del premio per Inalca e al raddoppio per Ges.Car.”.

“Inoltre – aggiungono i sindacati –  vi sono altri essenziali aspetti di novità: migliori relazioni industriali, un impegno sul piano della sicurezza sul lavoro e sulla formazione – con permessi aggiuntivi per i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e per la formazione – una giornata di permesso aggiuntiva per chi è affetto da gravi patologie, un mese di congedo retribuito in più per le lavoratrici e i lavoratori vittime di violenza di genere, un minor costo per i dipendenti sulla mensa aziendale, un contributo aziendale per i fondi sanitari e previdenziali e l’istituzione di una “banca ore solidale” per i lavoratori che volessero conferire le proprie ferie a favore dei colleghi in grave necessità – e alla quale l’azienda conferirà un proprio contributo fino al raddoppio delle ore versate”.

“Altra importante novità”, proseguono i sindacalisti, “è la scadenza di aprile 2024 come termine ultimo per definire, nel caso questo non avvenga con la contrattazione collettiva a livello nazionale, un accordo sul cosiddetto “tempo tuta”, ovvero i tempi impiegati dai lavoratori per la vestizione e svestizione dagli abiti da lavoro, sancito ormai come diritto individuale da tutti gli orientamenti giurisprudenziali”.

Questi i punti più rilevanti degli accordi, che sanciscono, per alcuni aspetti, una svolta nelle politiche aziendali rispetto al passato.

“Ora – concludono i sindacalisti – chiediamo ad Inalca di dimostrare fino in fondo un cambio di passo nelle relazioni sindacali e nei confronti dei propri dipendenti: rientri quindi nel contratto nazionale che non ha voluto sottoscrivere nel 2020 e si sieda a tavoli di trattativa per il nuovo rinnovo, aperti il 25 luglio a livello nazionale e ai quali l’associazione di Inalca, Assocarni, non si è presentata. Le migliaia di lavoratori di Inalca degli stabilimenti del gruppo non vogliono un accordo separato, ma hanno diritto ad avere un unico contratto nazionale insieme a tutti gli altri lavoratori delle industrie alimentari”.

 

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