L’attività di animazione sociale è un progetto volto alla realizzazione di azioni e attività con l’obiettivo di promuovere le risorse e le competenze individuali degli adolescenti. Un percorso portato avanti da educatori che si attivano nella realizzazione di interventi di animazione ma anche di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione dei comportamenti a rischio intercettando i ragazzi nei luoghi che frequentano abitualmente, come parchi, bar e piazze. Oltre al dialogo costruttivo per comprenderne i bisogni, gli educatori illustrano loro i servizi disponibili sul territorio e avviano percorsi che incentivano la partecipazione e il protagonismo organizzando insieme iniziative di vario tipo.

Dal mese di giugno sono state oltre 20 le uscite organizzate su tutto il territorio del capoluogo e della frazioni, sia nella fascia oraria pomeridiana che in quella serale, con il coinvolgimento complessivo di 150 ragazzi. Un numero più alto rispetto al passato che va nella direzione di verificare la situazione attuale e cercare di arginare i comportamenti negativi portati avanti da alcuni gruppi di adolescenti, senza chiaramente volersi sostituire al lavoro delle forze dell’ordine. Ciò che è emerso dall’incontro diretto con i ragazzi è stato il loro interesse nel confrontarsi e nella progettazione di future attività rivolte alla loro fascia di età. In particolare, il dato messo più in luce dagli educatori è stato che, rispetto ai problemi segnalati e rilevati, le criticità riguardano situazioni circoscritte.

Partendo dall’idea secondo cui l’unico modo per capire cosa piace ai giovani sia chiederlo direttamente a loro e organizzare insieme delle attività, in questi anni sono state diverse le iniziative frutto di questo percorso partecipato, da tornei sportivi all’open day della sala prove del parco della Resistenza fino ad arrivare al recente progetto Corlo al centro finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di ripensare alla frazione partendo dai giovani.

“Il tema degli adolescenti – dichiara il Sindaco Maria Costi – contiene al suo interno tantissime sfaccettature e deve essere trattato con particolare attenzione. La pandemia e l’isolamento che ne è conseguito hanno reso chiara la necessità di dedicarci ai giovani dando loro spazi destrutturati in cui possano esprimere se stessi. Luoghi e opportunità di aggregazione che li facciano sentire liberi e compresi, non ponendoci come dei loro superiori ma come adulti aperti al dialogo e memori di questo periodo così delicato come è l’adolescenza. Sappiamo che anche il nostro territorio è interessato da episodi che vedono protagonisti gruppi di ragazzi che adottano comportamenti a rischio. Atteggiamenti sicuramente da condannare, ricordando però che si tratta di situazioni circoscritte e che dobbiamo e possiamo recuperare. Dobbiamo essere gli adulti che avremmo voluto al nostro fianco nel nostro percorso di crescita: decisi, ma ricettivi. Attenti, ma aperti al dialogo. Per farlo sono quanto mai necessarie azioni di intermediazione sociale, di educativa di strada, di promozione del gioco, di ideazione di luoghi destrutturati per concedere ai ragazzi momenti in cui vivere la loro età con spensieratezza. Questo è quello che stiamo facendo con la Casa del Custode di Villa Gandini, a breve oggetto di lavori di riqualificazione. In questo caso, il percorso di progettazione è avvenuto proprio insieme ai ragazzi, così da creare uno spazio progettato da e con loro”.

Ora in onda:
________________