La Carta, diffusa in occasione della Giornata Mondiale del lavaggio delle mani e realizzata con il contributo di rappresentanti delle istituzioni, dei professionisti sanitari, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti, ha già visto l’adesione di oltre 50 Aziende sanitarie e ospedaliere associate a Fiaso.
Il focus del documento che ne ha ispirato il lavoro è relativo al rischio infettivo correlato all’assistenza sanitaria e alla diffusione dell’antimicrobico resistenza: due fenomeni che, per numeri e conseguenze, possono avere un grave impatto sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità anche economica dei servizi sanitari. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS Global report on infection prevention and control, ogni 100 pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, ben 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e medio reddito contraggono un’infezione. Uno su dieci va incontro al decesso. Il 70% di queste morti, dice l’Oms, potrebbe essere evitato attraverso una maggiore prevenzione, formazione del personale per l’implementazione dei protocolli di sicurezza e una migliore igiene negli ambienti ospedalieri.
L’impegno dell’Azienda USL di Bologna: azioni in rete su tutto il territorio metropolitano grazie alla prima struttura complessa interaziendale in Italia dedicata alla “Stewardship antimicrobica”.
L’Azienda USL di Bologna, come prima azienda sanitaria in Italia, ha posto grande attenzione al tema istituendo una struttura complessa dedicata nello specifico alla “Stewardship Antimicrobica”, nell’ambito del Dipartimento Interaziendale di Gestione Integrata del Rischio Infettivo, d’intesa con le Aziende sanitarie dell’Area metropolitana (AUSL Bologna/IRCCS delle Scienze Neurologiche, AUSL Imola, IRCCS AOU S.Orsola- Malpighi e IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli) e l’Alma Mater Studiorum.
Guidata da Fabio Tumietto, infettivologo dell’Azienda USL di Bologna, essa ha lo scopo di promuovere l’uso appropriato degli antibiotici – a partire dalla scelta del farmaco, del dosaggio, della via e della durata della somministrazione – nonché di controllare e mettere in campo azioni coordinate e condivise sia in ospedale che sul territorio, per ridurre al minimo le infezioni correlate all’assistenza. Una sfida importante che richiede la consapevolezza e la responsabilità di ciascuno: dalle istituzioni, ai professionisti sanitari, ai cittadini, ai caregiver.
Su questa strada, nel settembre scorso, l’Azienda USL di Bologna ha promosso la stipula di un Patto tra istituzioni, ordini professionali e cittadini per una gestione appropriata e prudente delle terapie antibiotiche. La firma del Patto si è tenuta in Cappella Farnese presso Palazzo d’Accursio alla presenza della Presidente della Commissione consiliare Salute e Welfare del Comune di Bologna, dei direttori generali delle Aziende sanitarie di Bologna e Provincia (Policlinico di Sant’Orsola IRCCS, Istituto Ortopedico Rizzoli IRCCS, Azienda USL di Imola e Azienda USL di Bologna), del presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana, dell’Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, del Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, e dei presidenti degli Ordini professionali sanitari provinciali (Medici, Medici Veterinari, Farmacisti, Professioni Infermieristiche, Ostetriche e Professioni Sanitarie). Attraverso questo documento i diversi stakeholders si sono impegnati formalmente, ognuno per i propri ruoli e ambiti di competenza, a migliorare e rinforzare gli elementi di conoscenza legati ad una prescrizione inappropriata degli antibiotici, auspicando la massima collaborazione da parte della popolazione che, sensibilizzata ed informata, è senz’altro più disposta ad attenersi alle raccomandazioni ricevute dai professionisti stessi.
Fare advocacy, promuovere la formazione dei professionisti, condividere le linee guida frutto della ricerca svolta in ambito intra ed extra ospedaliero per controllare insieme la resistenza agli antibiotici sono dunque le tre principali aree di intervento della recente UOC dell’Azienda USL di Bologna. Questa struttura interaziendale, contando su un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale, mira a condividere strategie, strumenti e scelte terapeutiche tra tutti i professionisti sanitari che operano nei presidi ospedalieri, così come sul territorio.
“Un importante nodo di intervento della nostra attività, infatti – sottolinea Fabio Tumietto, Direttore dell’UOC interaziendale – risiede proprio nel favorire il dialogo diretto tra le cure ospedaliere e l’organizzazione territoriale, monitorando con attenzione la terapia farmacologica fornita alle dimissioni, le modalità di prosecuzione in altri setting assistenziali (domicilio, CRA, RSA) e le ulteriori prescrizioni di terapie antimicrobiche ad opera del medico di Medicina generale”.
L’appropriatezza prescrittiva, la riduzione di prescrizioni, l’attenzione alla somministrazione, al tempo di esposizione, nonché all’efficacia terapeutica sono azioni che possono fare la differenza nella salute dell’intera comunità garantendo la sicurezza delle terapie, in particolare dei soggetti più fragili.
“Combattere l’antibiotico resistenza è un impegno aziendale ed interaziendale che mira a promuovere la salute della comunità, con un occhio di riguardo ai più fragili. È questo il motivo per cui l’Azienda USL di Bologna è sempre pronta ad allargare la propria rete di collaborazioni, perché solo insieme è possibile affrontare una sfida così importante che implica costi umani, sociali ed economici” conclude il Direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon.