Inizia il mese di Settembre e con esso parte la stagione della vendemmia. A Reggio Emilia si apre con un lieve ritardo di circa una settimana rispetto alle ultime annate con una produzione complessiva, tra uve bianche, lambruschi e Ancellotta di buona qualità. È quanto annuncia Coldiretti Reggio Emilia nei giorni in cui le aziende viticole si stanno organizzando per la vendemmia delle uve bianche.

«Si parte tradizionalmente vendemmiando le uve bianche, tra cui la Spergola della fascia pedecollinare, che si stima in calo di circa il 10%, continuando con la vendemmia dell’Ancellotta e dei Lambruschi – introduce Alessandro Corchia, direttore della Coldiretti di Reggio Emilia. L’andamento meteo climatico delle prossime settimane sarà fondamentale per determinare quantità e qualità delle varietà di lambrusco più tardive. Sicuramente la produzione reggiana sarà sopra la media nazionale che al momento è attesa in calo del 14% rispetto allo scorso anno».

Sono principalmente le condizione meteo climatiche che hanno condizionato i vigneti senza però comprometterne qualità e quantità in modo rilevante.

La siccità si è manifestata in modo discontinuo – precisa Coldiretti Reggio Emilia. La stagione vegetativa si è aperta con una situazione siccitosa che è durata fino a fine aprile a cui è seguita una eccezionale piovosità nel mese di maggio e parte di giugno. A seguire le precipitazioni sono tornate sotto media e le temperature elevate del mese di agosto sono state inizialmente ben sopportate grazie alla buona disponibilità idrica dei suoli. La continua assenza di precipitazioni e di temperature ampiamente sopra media unite al forte irraggiamento, in alcuni casi hanno determinato danni da scottature e disidratazione delle uve.

Le gelate primaverili di inizio aprile hanno provocato danni a carico principalmente delle cultivar precoci e – continua la Coldiretti reggiana – le eccessive precipitazioni di maggio hanno portato ad una asfissia radicale in modo variabile a seconda delle varietà e della tipologia di suoli.

Anche la grandine di inizio giugno e fine luglio ha fatto la sua parte abbattendosi in maniera estremamente difforme sul territorio.

«La piovosità di maggio e giugno avrebbe favorito l’insorgenza di Peronospora che però è stata tenuta sotto controllo dai trattamenti adeguati – dichiara Angelo Cabassi, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Reggio Emilia. Altre malattie si sono invece manifestate da fine giugno ad inizio luglio con il rischio di danno irreversibile sulla pianta, come per il Mal dell’esca e la Flavescenza dorata, per la quale si mantiene la tendenza ad un incremento della diffusione di piante sintomatiche nonostante le azioni di contenimento messe in campo».

«La distintività e il legame con il territorio sono i fattori competitivi vincenti anche per il comparto viticolo reggiano – commenta Alessandro Corchia, direttore della Coldiretti di Reggio Emilia. Il valore del settore, che produce in media 1.400.000 quintali di uva, dipende dal rafforzamento della sua identità e da una decisiva svolta verso la qualità».

Il settore vitivinicolo reggiano – spiega Coldiretti Reggio Emilia – oggi è rappresentato da 8500 ettari, in aumento di circa un 6% rispetto agli ultimi 5 anni, anche grazie alle autorizzazioni ai nuovi impianti, per un totale di 2400 aziende viticole con una media di 3,5 ettari, rispetto ai 2,5 ettari medi di 10 anni fa. La superficie vitata provinciale si sta rinnovando (9% di età superiore ai 30 anni) ed è quasi conclusa la trasformazione verso la meccanizzazione, infatti notiamo che i vecchi impianti Belussi sono diminuiti del 65% negli ultimi 7 anni, oggi presenti solo per 270 ettari.

Continua ad essere l’Ancellotta il principale vitigno coltivato, presente sul 50% della superficie – conclude Coldiretti Reggio Emilia. La superficie a Spergola è più che raddoppiata ed è pari al 2% del totale, risultano in diminuzione il Malbo gentile e il Marzemino.

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