Evasione lampo nel carcere minorile di Bologna da parte di un detenuto, che è però stato bloccati dal personale di Polizia penitenziaria dopo rapide ricerche durante le quali il minore si era già impossessato di un telefono cellulare dagli attigui uffici del Tribunale. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Generale Donato Capece:

Ieri, verso le 17, mentre i detenuti minorenni si stavano recando ai passeggi e gli Agenti controllavano l’afflusso, un minore, straniero, proditoriamente e improvvisamente, si è arrampicato sul muro che separa l’area al percorso interno per l’accesso al tribunale, oltrepassando il filo spinato incurante dei richiami e delle grida degli Agenti di servizio, uno dei quali subito gli correva dietro. Il detenuto, vista una finestra aperta del Tribunale, si lanciava all’interno. Nel mentre, altri poliziotti penitenziari sono subito corsi dentro alla struttura giudiziaria trovando al primo piano l’evaso tranquillamente a colloquio con alcuni ignari dipendenti. Subito, il personale di polizia Penitenziaria si è prodigato per riprenderlo e riaccompagnarlo all’interno del carcere minorile dove, alla perquisizione personale, il minore è stato trovato in possesso di un telefono cellulare, probabilmente trafugato durante la fuga. Plauso del SAPPE al personale dell’Istituto penale per minorenni di Bologna che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione evitando che il detenuto potesse sparire nel nulla definitivamente”.

Per Capece, “è sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia’. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili”.  

Aggiunge Capece, “quello che da settimane, mesi, avviene nell’IPM di Bologna è inaccettabile! É il momento che chi di dovere, responsabile della sicurezza del distretto minorile emiliano-romagnolo ma anche i vertici ministeriali del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità con il responsabile Antonio Sangermano in testa, inizino a adottare ogni utile iniziativa di propria competenza, rivolta a salvaguardare l’ordine e la sicurezza degli istituti minorili e a tutelare il personale di Polizia Penitenziaria che, soprattutto a Bologna, nonostante i numeri dicono il contrario, si trova a lavorare quasi sempre con i livelli minimi di sicurezza”.

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