Un tavolo nazionale tra Governo e Regioni, annunciato ad aprile ma poi non attivato, per concordare un’equa distribuzione sul territorio; un coordinamento regionale permanente sulla gestione dell’accoglienza in Emilia-Romagna da insediare a stretto giro con Prefetti e i sindaci dei Comuni capoluogo, sul modello di quanto già sperimentato positivamente durante il Covid e l’emergenza dei profughi in fuga dall’Ucraina.
E’ quanto emerso dal vertice in Prefettura a Bologna tra il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – accompagnato dal sottosegretario Davide Baruffi e dall’assessore al Welfare, Igor Taruffi -, Prefetti, sindaci e rappresentanti dei Comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna.
In apertura dell’incontro, Bonaccini ha presentato un documento condiviso con i primi cittadini, per ribadire le richieste avanzate nei mesi scorsi all’Esecutivo in tema accoglienza dei migranti. Sette i punti principali: oltre all’istituzione di un tavolo tra Stato e Regioni per condividere informazioni e attività necessarie a fronteggiare lo stato di emergenza e il Coordinamento regionale con Prefetti e Comuni, prevede il tempestivo ripristino e la salvaguardia di un’equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale, come peraltro previsto dall’accordo tra Stato, Regioni ed Enti locali del 2014 e riconfermato nel 2016; la riaffermazione della piena centralità e il conseguente potenziamento del sistema dell’accoglienza diffusa (CAS e SAI) a partire dall’adeguamento dei contenuti economici dei capitolati di gara per i posti CAS (con un incremento pari ad almeno il 50%). E ancora, una netta opposizione all’allestimento di grandi centri di accoglienza, che creano enormi problemi anche di sicurezza. Per l’Emilia-Romagna i Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) non sono la risposta ai problemi della gestione degli ingressi né a quelli dell’accoglienza, che hanno portato il Governo a proclamare lo stato di emergenza nazionale. Particolare urgenza richiede infine il rafforzamento del sostegno economico ai Comuni per l’assistenza ai minori non accompagnati.
“Ringrazio il ministro Piantedosi per la disponibilità a tenere un incontro con i rappresentanti delle nostre comunità qui a Bologna: lo abbiamo chiesto perché gli Enti locali e i territori rischiano di non avere i mezzi e le risorse per fronteggiare la situazione- ha spiegato Bonaccini-. Accolgo positivamente l’impegno del ministro ad aprire i due tavoli che abbiamo chiesto, quello regionale e quello nazionale. E’ una pratica che abbiamo già sperimentato positivamente durante la pandemia e la gestione dei profughi dall’Ucraina”. Inoltre, Bonaccini ha sottolineato “l’impegno del ministro a stanziare nei prossimi giorni nuovi fondi per l’accoglienza diffusa, posto che i grandi centri non sono la risposta giusta né per l’accoglienza, né per la sicurezza delle comunità. In questo chiediamo un’attenzione particolare al tema dei minori accompagnati, che oggi grava totalmente sulle spalle dei Comuni in modo ormai non più sostenibile”.
Secondo il presidente della Regione, è necessario proseguire su un modello di accoglienza diffusa: “Va potenziata, mettendo le risorse necessarie affinché i capitolati siano economicamente sostenibili. Oggi le gare per la gestione vanno deserte perché i capitolati sono totalmente inadeguati sia per reperire gli spazi, sia per erogare i servizi indispensabili affinché ci possa essere un minimo di integrazione nel territorio. Se non si fa questo poi si arriva alle tendopoli e noi qui non le vogliamo”. Anche riguardo ai Cpr, Bonaccini ha sottolineato come “si tratta di una questione che non attiene al tema dell’emergenza migranti. Lo stesso Ministro ha chiarito nei giorni scorsi come i Cpr non siano pensati per accogliere: dunque, ribadisco, nulla c’entrano con i problemi che stiamo affrontando nelle città”. Infine, la richiesta di un’equa distribuzione dei migranti sui territori: “L’Emilia-Romagna è pronta a fare la propria parte, come ha sempre fatto e sta facendo, ma se a oggi stiamo accogliendo il numero più alto di persone in relazione alla popolazione, e nonostante la drammatica alluvione di maggio, ci chiediamo se questo vuol dire però che qualche altra Regione non stia facendo lo stesso sforzo. Chiediamo allora chiarezza e lo stesso pretendiamo dai comuni, perché ciascuno faccia il suo”. Dunque, ha concluso Bonaccini, “il Governo ha il dovere di riequilibrare la distribuzione nei territori, anche a livello di singole Province e singoli Comuni. Crediamo sia giusto venga fatto in maniera condivisa, attraverso il confronto costante con le Regioni e gli Enti locali”.