“Consentire ai giovani di esprimere la creatività è un grande valore e una grande ricchezza per tutta la comunità e il murales, oltre a ricordare Francesco Morandi, ci permetterà di sottolineare questo concetto ogni volta che passeremo da viale Monte Kosica”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nel pomeriggio di oggi, venerdì 22 settembre, durante l’inaugurazione dell’opera realizzata negli spazi esterni della Tenda di viale Molza, “una struttura che conferma la sua vocazione come luogo di ritrovo per i ragazzi”.
Il murales ha il duplice obiettivo di ricordare “Chicco” Morandi, studente del liceo Corni scomparso nell’agosto 2019 a seguito di una rara patologia oncologica (“ci ha lasciato, purtroppo, troppo presto”, ha affermato il sindaco) e di rappresentare un inno ai giovani e alla loro creatività. L’opera, patrocinato dal Comune, porta la firma dall’artista modenese Drew Nori, nome d’arte di Andrea Baraldi, “che ringrazio per il suo lavoro”, ha aggiunto Muzzarelli. A promuoverne la realizzazione sono stati la famiglia di Francesco e le associazioni Aseop e Avanzi di balera modenesi, presenti alla cerimonia, a cui ha preso parte quasi un centinaio di persone, assieme agli assessori ai Lavori pubblici Andrea Bosi e alla Cultura Andrea Bortolamasi. Il “linguaggio” scelto per realizzare il murales, arricchito dall’hashtag #maiungiornosenzamusicaperte alla memoria di Chicco, è quello del writing: lo scopo è “parlare” soprattutto ai giovani per favorirne l’identificazione nel messaggio che trasmette.
L’opera, completata nei giorni scorsi dopo alcuni mesi di lavoro, è nata su uno spunto personale di Francesca Rebecchi, madre di Francesco. “Durante la sua lunga lotta contro la malattia – spiegano i promotori dell’iniziativa – Chicco si era dedicato, con una forza che sempre i nostri ragazzi ci insegnano, alla musica e alla creatività in genere, studiando e approfondendo da autodidatta. Attraverso l’arte aveva reagito all’isolamento forzato e all’allontanamento dalla sua vita precedente, dai suoi amici e da tutto ciò che non dovrebbe mai essere brutalmente strappato a un adolescente che sboccia al futuro”.
Nelle intenzioni della famiglia di Morandi e delle associazioni Aseop e Avanzi di balera modenesi, quindi, la rappresentazione “non solo costituisce un modo per ricordare Francesco, ma rappresenta anche una maniera per Modena e per i modenesi di esprimere attenzione e vicinanza a tanti giovani che, con l’aiuto della comunità e per mezzo di uno strumento potente come l’arte, possono e devono trovare le forze per superare le difficoltà e avere un futuro”.
L’opera è composta, infatti, da tre elementi che si fondono tra loro; il filo conduttore è rappresentato dalla presenza delle mani, mentre i colori spaziano orizzontalmente dalle tinte calde a quelle fredde. “Innanzi tutto – sottolineano i promotori – il gesto di intrecciare un nastro che prende la forma di “casa” è un richiamo all’inclusione e alla protezione di bambini e giovani adulti che lottano contro patologie oncologiche. Poi compaiono due allodole, invocando il simbolismo dell’immortalità dell’anima, per affermare che i ragazzi che ci hanno lasciato non saranno mai dimenticati. Infine, nella parte finale c’è un riferimento preciso a Francesco: si tratta dell’atto di suonare, a certificare che, con l’aiuto delle proprie passioni, in questo caso la musica, la lotta alla malattia diventa allo stesso tempo più forte ma anche più lieve. Così i ragazzi non saranno identificati con la malattia ma manterranno la loro identità fatta anche di passioni”.
L’inaugurazione del murales è stata conclusa, sempre nel segno della musica, da un’esibizione alla Tenda dei giovani della “School of rock”, in collaborazione con Avanzi di balera modenesi (che mettono a disposizione gli strumenti). Sul palco della sala di viale Monte Kosica, gestita dall’assessorato alle Politiche giovanili, sono salite in particolare due formazioni rock composte da musicisti modenesi in erba, entrambe provenienti dalla frazione di San Damaso: i gruppi 16.42 (Alice Rebuttini, Beatrice Vezzelli, Mattia Lomazzo e Federico Laviola) e Blackout (Ludovica e Federico Laviola, Fabio Ghinelli e Lorenzo Bonetti).