ROMA (ITALPRESS) – “Il nostro mondo ha bisogno di pace e unità. La guerra continua in Ucraina e non ci abituiamo ad essa. Il dolore di questa guerra è stampato su volti precisi: quelli dei morti, soprattutto tra i civili, e dei feriti per i bombardamenti; quello delle persone barbaramente violentate; quello delle popolazioni sfollate e costrette a migrare; quello dei bambini lontani dai propri familiari o dalle proprie case. Si tratta di un dramma alle porte dell’Europa che ci riguarda tutti, come uomini e donne di questo tempo, prima ancora che come cittadini europei”. Lo ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Zuppi, nella sua introduzione al Consiglio Permanente.
“Capiamo con evidenza come siamo davvero tutti sulla stessa barca e apparteniamo alla stessa famiglia umana. Fratelli tutti. L’azione del Santo Padre per la pace, oltre alle sue parole, ci ricorda che tutti dobbiamo agire e pregare per la pace – ha aggiunto -. Ho personalmente sentito quanto la preghiera per la pace abbia accompagnato anche la mia missione degli ultimi mesi e ne sono intimamente grato ed edificato. Sono certo che è un valore che misteriosamente, ma efficacemente, spingerà la missione nella direzione auspicata. San Giovanni Crisostomo insegna: “Nulla è più potente della preghiera e nulla le è pari”. La solidarietà aiuta la resistenza degli ucraini in una situazione tragica, venendo incontro a molteplici e drammatiche necessità”.
“Soprattutto – come ho detto recentemente al Sinodo della Chiesa greco-cattolico – ci ricordiamo sempre degli ucraini e continuiamo a sostenerli in Ucraina o in Italia, esuli dalla loro terra. Desidero ringraziare le tante famiglie che hanno dato disponibilità per accogliere i bambini ucraini. Mi auguro che l’anno prossimo questa accoglienza dei minori ucraini possa trovare un ulteriore e sempre più diffuso sviluppo, per garantire ai più piccoli, feriti intimamente dalla guerra, un periodo di protezione e gioia – ha proseguito il cardinale -. Ripetiamo, con il Papa, l’esortazione a trovare vie di pace nella giustizia, perchè siano abbreviate le sofferenze di tanti e salvate tante vite. L’appassionato impegno per l’Ucraina non fa dimenticare altri Paesi che soffrono guerra, tensioni e instabilità. Dovremmo scorrere i nomi dei Paesi in guerra nella preghiera, come i grani del Rosario. Penso al terribile conflitto in Sudan, dove 5 milioni di abitanti su 45 hanno dovuto lasciare le loro case. In questi giorni si è riaccesa una preoccupante violenza nel Nagorno Karabakh per il quale auspichiamo che la vita dei cristiani e la convivenza siano pienamente rispettate. Pensando a questa e a tantissime situazioni di conflitto, sentiamo l’urgenza della pace”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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