La vita da fuorisede accomuna numerosi studenti universitari che ogni anno decidono di spostarsi per intraprendere il proprio percorso universitario. La scelta della città in cui trasferirsi necessita della valutazione di svariati fattori, come l’offerta didattica, il costo della vita e delle tasse universitarie, le opportunità lavorative successive, la vita notturna e ultimo, ma non meno importante, il costo degli affitti. Una voce che ha assunto un peso diverso in questa valutazione nel corso degli ultimi anni, a causa della situazione immobiliare delle principali città universitarie e dell’aumento dell’inflazione, che rende più difficili le decisioni di consumo e investimento delle famiglie.

Per questa ragione, lEducation Price Index della banca online N26 ha analizzato il costo della vita degli studenti nelle cento principali città universitarie del mondo[1] per scoprire quali sono i luoghi più convenienti in cui vivere durante il periodo universitario. Lo studio ha tenuto conto non solo del costo degli alloggi e dei generi alimentari[2] in ogni città, ma anche della vivibilità, ovvero della sicurezza[3], della capacità di ciascuna città di offrire agli studenti la possibilità di partecipare ad attività culturali[4] e mondane[5], e della mobilità[6].

Bologna è la prima città italiana che si incontra scorrendo la classifica di N26: posizionandosi al 21° posto, si distingue innanzitutto per il costo degli alloggi e dei generi alimentari più conveniente rispetto alle altre città italiane analizzate, quali Roma, che si trova al 22° posto, Firenze – al 24° – e Milano, che si è posizionata al 32° posto.

E nel resto del mondo?

È Praga la città che, offrendo un ottimo compromesso tra costo della vita e vivibilità, apre la classifica di N26 aggiudicandosi il punteggio più alto di tutte le città analizzate; seguono in ordine Tokyo, Amsterdam, Madrid e Reykjavik.

A chiudere la classifica, invece, Lagos, in Nigeria, Nuova Delhi, in India, e Giacarta in Indonesia: in queste città, sebbene il costo della vita per gli studenti universitari sia particolarmente basso, questi ultimi non godono di una qualità della vita adeguata, almeno per quanto riguarda la sicurezza, la mobilità e la possibilità di partecipare ad attività culturali e vita notturna.

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[1] Le città dello studio sono state selezionate perché ospitano università di spicco che figurano nelle classifiche universitarie internazionali. Ogni città ha una popolazione minima di 250.000 persone.

[2] Una percentuale che riflette il costo di una piccola quantità di generi alimentari per gli studenti in ogni città. Il costo è composto dai prezzi tipici dei generi alimentari e dei ristoranti.

[3] Un punteggio che riflette il livello di sicurezza e protezione di cui gli studenti godono in ogni città. Il punteggio è composto da dati sulla criminalità, rischi climatici, rischi infrastrutturali, percezione della sicurezza, stabilità interna, rischi relativi al trasporto e rischio di catastrofi naturali.

[4] Un punteggio che riflette l’infrastruttura culturale a disposizione degli studenti in ogni città. Il punteggio è composto dai dati del numero di musei e teatri in termini assoluti e per 100.000 abitanti

[5] Un punteggio che riflette l’intrattenimento notturno a disposizione degli studenti in ogni città. Il punteggio è composto da dati sul numero di bar, pub e discoteche in termini assoluti e per 100.000 abitanti.

[6] Un punteggio che riflette la qualità dell’infrastruttura di mobilità a disposizione degli studenti in ogni città. Il punteggio è composto da dati relativi ai livelli di traffico, alla durata degli spostamenti, all’adozione di tecnologie da parte del governo, alla mobilità elettrica e al sistema di trasporto pubblico.

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