Attrarre talenti, promuovere collaborazioni e progetti di alto profilo su scala globale. L’Emilia-Romagna della ricerca e dell’innovazione, protagonista oggi a Tokyo in occasione della presentazione di MunER, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna che riunisce i grandi marchi motoristici della Motor Valley e le quattro università regionali, e FoodER, il primo polo dell’alta formazione in campo enogastronomico in via di completamento.

Per quanto riguarda MunER, fino ad oggi si sono immatricolati circa 900 studenti, ragazzi e ragazze per il 20% di origine straniera (15% extra europei, provenienti da oltre 15 Paesi diversi). L’80% degli studenti MunER si è laureato entro i due anni di corso e sempre l’80% con punteggio massimo. Il 99% dei laureati trova lavoro entro un anno dalla laurea, il 60% di questi presso aziende affiliate, e quindi soprattutto della Motor Valley emiliano-romagnola. Con riferimento all’anno accademico che si apre, 2023-24, su 210 posti messi a bando, sono arrivate oltre 1000 applicazioni: oltre 400 gli studenti intervistati per la selezione finale.

La missione istituzionale della Regione ha visto infatti il confronto con la Japan Society for the Promotion of Science (JSPS), la Japan Science and Technology Agency (JST) e il Japan International Science and Technology Exchange Center (JISTEC), tre agenzie nipponiche impegnate a promuovere ricerca e sviluppo in collegamento con il mondo universitario.

“Siamo qui per illustrare le opportunità che la nostra regione può offrire a tanti studenti e ricercatori grazie a un ecosistema dell’innovazione che vede un forte collegamento tra atenei e centri di ricerca da un lato e imprese altamente qualificate dall’altro. E di cui MunER e FoodER, rappresentano due esperienze tra le più avanzate- hanno sottolineato il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-. Lo facciamo forti anche di una legge unica nel suo genere, per attrarre ricercatori, studiosi, professionisti altamente qualificati, in un territorio che offre una buona qualità della vita ed esprime eccellenze uniche al mondo. L’Emilia-Romagna punta sui giovani motivati e dalle elevate competenze per sostenere i suoi settori di punta, promuovere la crescita sostenibile e un’occupazione di qualità”.

Emilia-Romagna sempre più piattaforma europea del digitale e dell’innovazione, grazie alla rete dei Tecnopoli, dell’Alta Tecnologia e dell’Alta Formazione, il supercomputer Leonardo, il Data Center del Centro Meteo europeo e la nuova Università Onu su ‘Big data gestione del cambiamento dell’habitat umano’ in arrivo al Tecnopolo di Bologna.

E sempre più attrattiva. Grazie anche alla legge regionale approvata nel febbraio di quest’anno per attrarre e trattenere i talenti, persone con alta formazione e specializzazione che già vivono in Emilia-Romagna o che vogliono trasferirsi qui, anche rientrando dall’estero.

Una ulteriore conferma della attrattività regionale arriva da un grande gruppo giapponese, leader nel settore dell’information technology, come NTT Data, che ha deciso di insediarsi a Bologna. Una nuova importante opportunità per il territorio bolognese ed emiliano-romagnolo, anche sotto il profilo occupazionale visto l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 i 400 dipendenti, con nuove assunzioni tutte di alto profilo.  E che oggi è stata al centro dell’incontro che l’assessore Colla ha avuto con il management della società, per poi partecipare al Forum di ricerca e sviluppo organizzato da NTT.

Le cooperative emiliano-romagnole incontrano quelle giapponesi

Un fare impresa che può contribuire a promuovere uno sviluppo a misura d’uomo, responsabile nei confronti dell’ambiente della collettività, ispirato a principi di mutualità e solidarietà.

Le opportunità di collaborazione tra il sistema cooperativo giapponese e quello emiliano-romagnolo sono state al centro oggi di un’iniziativa cui hanno partecipato Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Toshio Tsuchiya, vicepresidente Japan Cooperative Alliance (JCA) e presidente Japanese Consumers’ Cooperative Union (JCCU); Akihiro Fukuzono, direttore esecutivo Central Union of Agricultural Cooperatives (JA-ZENCHU). E a cui sono intervenuti anche il presidente Bonaccini e l’assessore Colla.

Il Giappone è un Paese che vanta una solida tradizione cooperativa, con 40.108 cooperative primarie e 1.355 federazioni, per un totale di 41.463 entità cooperative, quasi 107 milioni di soci e 574.508 lavoratori impiegati (dati 2019).

L’Incontro con l’Ambasciatore dell’Unione Europea in Giappone, Jean Eric Paquet

Il presidente Bonaccini, inoltre, ha incontrato anche l’Ambasciatore dell’Unione Europea in Giappone, Jean-Eric Paquet, accompagnato dall’Ambasciatore italiano in Giappone, Gianluigi Benedetti. Al centro del confronto, che si è tenuto all’Europa House, le prospettive future di collaborazione nei campi dello sviluppo sostenibile, dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale. Ambiti al centro anche dell’ultimo summit tra Unione Europea e Giappone di luglio.

A tavola con Pellegrino Artusi

Nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel mondo presso il Chuo University Korakuen Campus, “A tavola con Pellegrino Artusi e le eccellenze dell’Emilia-Romagna”, un’iniziativa dedicata al padre della cucina italiana, e con lui ai prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna.

Ottanta i partecipanti giapponesi, tra buyer, cuochi e ristoratori, esperti di gastronomia e di turismo enogastronomico per un appuntamento promosso dalla Regione in collaborazione con Casa Artusi, presenti tra gli altri Hiroko Kudo, curatrice della traduzione in giapponese del manuale artusiano nel 2019 e Massimo Montanari, presidente del Comitato scientifico per la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco.

“Pellegrino Artusi ha scritto cose interessantissime sulla necessità di conoscere cosa mangiamo, di non sprecare cibo e valorizzarlo, creare i giusti abbinamenti: è stato, in definitiva, il primo in Europa e definire il valore culturale del cibo – ha ricordato l’assessore Alessio Mammi -. Lo dico a maggior ragione in questi tempi un po’ complessi, mentre si sente parlare di cibo sintetico, omologazioni, imitazioni. Abbiamo bisogno di rendere più forte il concetto del cibo come valore economico e culturale che esprime una propria identità, con la sua anima e la sua storia, e come sono le nostre Dop e Igp. Per noi resta centrale la promozione. L’opportunità di far diventare la Cucina Italiana Patrimonio Unesco è altro tassello importante a garanzia delle attività di promozione e conoscenza culturale che l’Emilia-Romagna porta nel mondo, anche in vista dell’importante appuntamento di Expo2025 che si terrà proprio qui in Giappone, a Osaka”.

Tra le iniziative anche l’incontro presso la Camera di commercio italo-giapponese a Tokyo, tra i consorzi, le imprese agroalimentari e gli operatori giapponesi. Incontro che verrà riproposto nella tappa della missione a Osaka.

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