“Una prassi ormai consolidata, quella dell’Amministrazione di Mirandola, di spostare in altra sede il Mercato ambulante settimanale di Piazza della Costituente. Così, anche questo sabato, per la sesta volta in un anno, gli ambulanti saranno costretti ad installare i loro banchi in via Maestri del Lavoro, lontani dall’abituale clientela e dal centro storico.
Una scelta, quella di trasferire il mercato fuori dalla piazza, che non digeriscono nemmeno i commercianti in sede fissa. D’altronde, gli altri anni, per la Fiera di Franciacorta, il mercato del sabato mattina fu sempre garantito.
Oltre al danno economico per i nostri imprenditori, anche la beffa di dover pagare un canone mercatale per installare il banco fuori dalla rodata sede di vendita designata: Piazza della Costituente.
Nonostante la nostra richiesta di confronto con l’Amministrazione cittadina, in particolare con l’Ass.re Gandolfi, ad oggi nessuno ha risposto al nostro appello per un tavolo d’incontro. Vorremmo quindi capire se si tratti di palese disinteresse di questa Amministrazione a dialogare con le associazioni di categoria oppure di semplice volontà di autoreferenzialità.
L’Ass.re Gandolfi, anch’egli imprenditore (non ambulante), dovrebbe capire, come pure già avevamo avuto modo di spiegargli lo scorso anno, che un mercato settimanale non è una pedina da spostare a proprio piacimento sulla scacchiera del territorio comunale. Ogni trasferimento in altra sede comporta una perdita economica, anche grave, per l’operatore, che deve garantire delle entrate per il sostentamento della propria famiglia. Si sarebbe potuto garantire il mercato di sabato, magari con una chiusura anticipata. Si sarebbe potuto altresì dimezzare il canone mercatale, visti i sei spostamenti subiti durante l’anno in corso. Si sarebbe potuto dialogare, se vi fosse stata risposta alla nostra richiesta d’incontro.
Siamo quindi a chiederci se, a questo punto, la volontà di questa Amministrazione sia quella di ledere il mondo dei locali imprenditori ambulanti. Ci auguriamo in cuor nostro di no, ma il silenzio assordante di fronte alle richieste dei nostri imprenditori non ci fa ben sperare”.
(ANVA Confesercenti – FIVA Confcommercio)