È partito, con un incontro nazionale a Roma, il progetto PEPE – “Promuovere engagement di comunità contro la Povertà Educativa”, coordinato da Caritas Italiana e sostenuto da UniCredit.
Pensato per contrastare la povertà educativa, il progetto PEPE intende contribuire a creare sistemi territoriali di contrasto alla povertà minorile, in un’ottica di comunità educante e welfare generativo che ponga al centro i giovani. Un’attenzione specifica sarà dedicata ai NEET, dall’acronimo inglese di “Not [engaged] in Education, Employment or Training”, ossia quei giovani che non studiano, non lavorano né sono in formazione.
La fase di sperimentale di avvio, della durata di 18 mesi, si articolerà in iniziative in 5 Diocesi italiane – a Caltanissetta, Roma, Modena, Mantova e Pavia – con l’intento di sviluppare buone pratiche replicabili in tutta Italia.
Il progetto propone un modello di azione basato sull’incontro preventivo con ragazzi in disagio non conclamato, l’educativa di strada e tra pari, il protagonismo e la partecipazione dei giovani, la personalizzazione degli interventi di accompagnamento e la costruzione e la scommessa su una comunità educante.
«La povertà dei bambini e delle bambine nel nostro Paese è un’emergenza nazionale – afferma il Direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello -. Come abbiamo evidenziato nel nostro ultimo Rapporto povertà presentato lo scorso 17 novembre, il numero di bambini poveri ha raggiunto valori mai così alti dal 2005, anno in cui si è cominciato a misurarlo con enormi divari territoriali: tra Nord e Sud, tra aree metropolitane e piccoli comuni e anche tra singoli quartieri della stessa città. Allo stesso tempo i NEET sono in Italia quasi il 20% del totale (1,7 milioni), oltre 7 punti percentuali in più della media europea (11,7%)». «Il progetto PEPE si pensa come un unico intervento declinato su più territori. Come ormai è dimostrato, infatti, per contrastare la povertà educativa è necessario agire su piccole porzioni di territorio, individuando quelle che vengono definite le “cellule di emergenza educativa” e allestendo interventi in grado di favorire la piena partecipazione della comunità, a partire dalle caratteristiche presenti. Ogni territorio implementerà dunque i percorsi in base al proprio contesto, ma ci sarà un impegno comune nel collegare tali percorsi anche attraverso la costruzione di una comunità di pratiche e la scelta di linee di azioni comuni: educativa di strada, coinvolgimento della comunità educante, percorsi personalizzati», conclude don Pagniello.
Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di affiancare Caritas nella realizzazione di questo progetto che intende rispondere in modo articolato e sostenibile ai diversi bisogni della povertà educativa. Il programma che lanciamo oggi propone un’ampia progettualità per fornire l’aiuto più idoneo alle diverse comunità locali in base ai loro bisogni specifici. Come banca vogliamo agire come motore di crescita collettiva e contribuire allo sviluppo dei nostri territori e delle loro persone. Il nostro obiettivo è consentire alle comunità di progredire e il progetto PEPE va esattamente in questa direzione, perché l’educazione è uno dei fattori determinanti della sostenibilità. Investire nei giovani e nell’istruzione è fondamentale per il benessere individuale e la prosperità collettiva e per promuovere il progresso sociale ed economico a lungo termine. L’istruzione è un catalizzatore di sviluppo, è un elemento chiave nella lotta contro le disuguaglianze e nella riduzione della povertà, è il motore essenziale per un futuro migliore e più sostenibile. Il nostro sostegno al progetto è stato possibile grazie al Fondo Carta Etica di UniCredit, con cui già da anni destiniamo risorse a diverse iniziative di solidarietà su tutto il territorio. L’attenzione di UniCredit ai temi sociali è centrale, tanto che a livello di Gruppo nel 2022 abbiamo investito 36,5 milioni di euro in iniziative sociali e filantropiche, di cui 8 milioni proprio a favore di istruzione e giovani”.