Gli incidenti stradali registrati nei primi sei mesi del 2023 nell’area metropolitana bolognese sono meno di quelli dell’anno precedente e hanno coinvolto meno persone. Per contro, sono incidenti più gravi, tanto che il numero dei morti è aumentato ad eccezione del capoluogo dove invece si contano 4 morti in meno.

Questa la fotografia scattata dall’Ufficio di Statistica della Città metropolitana, analizzando i dati dell’incidentalità nel periodo gennaio-giugno 2023.

Nel dettaglio, gli incidenti sono stati 1.870, -7,5% rispetto all’analogo periodo del 2022 quando erano stati 2.022. Questo ha comportato una analoga diminuzione tra i feriti che, nei primi sei mesi del 2023 sono stati 2.484, -6,9% rispetto alle 2.669 persone ferite del 2022.

A un minor numero di incidenti è però corrisposta una maggior gravità, questo è testimoniato dall’aumento dei morti, che nei primi sei mesi del 2023 sono stati 34, ben 12 in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

A livello nazionale, la stima del semestre indica una diminuzione più esigua, pari a -1% di incidenti, ma calano anche i decessi.

Il comune capoluogo segue il medesimo andamento ma cala la mortalità: a Bologna si sono infatti registrati: 973 incidenti (77 in meno del 2022), 1.258 feriti (69 in meno) e 7 decessi (4 in meno del 2022).

Nei primi sei mesi dell’anno, marzo è quello con maggior incidentalità (352), giugno con una numerosità più elevata nei decessi (8). Dal lunedì al giovedì, la numerosità degli incidenti è abbastanza omogenea, più elevata il venerdì con diminuzione il sabato ed ancor di più la domenica, giorno nel quale, però, il rapporto tra feriti e morti rispetto agli incidenti avvenuti è il più critico. Nei fine settimana l’orario più critico è tra le 14 e le 17, mentre generalmente è l’intorno delle ore 18.

Le auto rappresentano circa il 60% dei veicoli coinvolti, le bici, comprese le elettriche, il 9%, moto e ciclomotori circa il 17%. I feriti in auto sono circa il 53%, in bici (219 comprese bici elettriche) circa il 9%, ciclomotori e moto circa il 20%. L’analisi della lesività degli incidenti rispetto al mezzo utilizzato, paragonata al primo semestre 2022, evidenzia la diminuzione dei feriti nei diversi veicoli, compresi i pedoni. Al contrario la mortalità aumenta in tutte le categorie, a eccezione dei motociclisti.

Rispetto alla distribuzione territoriale, considerando le aree con maggior incidentalità, i comuni che nei primi sei mesi hanno più sofferto l’aumento dell’incidentalità, in valore assoluto, sono stati Pianoro, Zola Predosa, San Lazzaro di Savena; comuni quali Bentivoglio, San Pietro in Casale, Galliera, hanno avuto un incremento più contenuto, mentre, oltre a Bologna, sono diminuiti Imola e Valsamoggia. La mortalità è invece aumentata, nel semestre 2023 rispetto a quello del 2022, a San Giovanni in Persiceto e Castenaso.

L’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli, ha commentato sottolineando che “i dati sull’incidentalità ci dimostrano, se ce ne fosse stato bisogno, che la scelta di diminuire la velocità in città, preservando la sicurezza di tutti gli utenti della strada, è giusta”. Orioli rileva che “nonostante le oscillazioni dei dati, dopo la pandemia sono ripresi a salire gli incidenti, aumenta la loro gravità e troppe persone continuano a perdere la vita e a rimanere ferite sulle strade bolognesi” e per questo “ora tocca a tutti noi fare di Bologna Città30 un luogo sicuro dove vivere, camminare, guidare e spostarsi”.

“I dati sui Comuni della città metropolitana ci preoccupano molto, abbiamo la responsabilità di agire collettivamente per evitare che decine di famiglie vengano stravolte da lutti o dai cambiamenti drammatici che ci sono quando un incidente grave finisce con una invalidità permanente. – commenta Simona Larghetti, consigliera metropolitana delegata alla Sicurezza stradale e Mobilità ciclistica – Stiamo lavorando attivamente con il Piano Integrato della Sicurezza Stradale Metropolitana per apportare cambiamenti nel modo in cui si progettano le strade, purtroppo nel contempo il quadro conoscitivo del Piano ci ha mostrato che più che le strade provinciali sono i centri abitati, dove i flussi sono più intensi, ad essere teatro di sinistri gravi e mortali, dobbiamo quindi definire una strategia insieme ai Comuni per rivedere i comportamenti e la conformazione delle strade dentro i paesi e i centri cittadini.”

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