Lo scorso anno, su disposizione del Ministero dell’Interno, sono stati trasferiti e assegnati all’intera provincia 1.383 richiedenti protezione internazionale. Dei 1.560 accolti attualmente, 870 sono sul territorio comunale, nei Cas Centri di accoglienza straordinaria gestiti dalla Prefettura che ha già visto andare deserte diverse procedure di gara per ampliare i posti. Inoltre, il Comune di Modena ha in carico 237 minori e se per la maggior parte di loro le spese sono coperte quasi totalmente dal contributo statale, questo non avviene per i 60 inseriti nei posti Sai a causa di rimborsi pro-capite più bassi: segno della volontà politica del Governo di non consolidare la rete Sai, preferendo invece gestire un fenomeno strutturale in un’ottica completamente emergenziale.

Il potenziamento del sistema dell’accoglienza diffusa Sai, così come il tempestivo ripristino di un’equa distribuzione dei migranti, sono tra i punti principali del documento condiviso con i sindaci dei Comuni capoluogo della Regione e sottoposto al ministro Piantedosi. Istanze a cui il Governo non ha dato risposta, rendendo impraticabile la sottoscrizione dell’Intesa alla dichiarazione dello Stato di emergenza, d’altra parte, non esiste alcuna evidenza che la gestione commissariale nelle Regioni firmatarie abbia risolto qualche problema.
È quanto ha affermato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli in Consiglio comunale rispondendo a due interrogazioni sul tema. In particolare Elisa Rossini di Fratelli d’Italia ha chiesto di conoscere “le ragioni che hanno portato la Regione Emilia-Romagna a negare l’intesa allo Stato di emergenza, con conseguente esclusione dall’ordinanza del capo di protezione civile; come viene valutata la mancata intesa e quale impatto ha e avrà sulla città di Modena”.
Vittorio Reggiani e Ilaria Franchini del Partito democratico hanno chiesto aggiornamenti “su quanti i migranti e tra loro i minori, arrivati o destinati a Modena nel 2023, su quelli attualmente presenti, sui minori stranieri non accompagnati in carico al Comune, su gestori e modalità dell’accoglienza e se in generale ci sono state modifiche in relazione alla mutata condizione del 2023”.
L’assessora ha sottolineato che di fronte all’intensificarsi dei flussi, l’Emilia-Romagna sta, come sempre, facendo la propria parte; infatti, a livello regionale è in campo un forte impegno di Prefetture, Comuni e Terzo Settore per un’accoglienza il più possibile diffusa e dignitosa. Ma ha anche ribadito “la netta opposizione ai grandi centri di accoglienza, che creano enormi problemi anche di sicurezza, ritenendo invece necessario potenziare l’accoglienza diffusa. Riteniamo che lo Stato debba mettere a disposizione le risorse – ha aggiunto – affinché i capitolati siano economicamente sostenibili e strutturati in modo tale da assicurare i servizi. Oggi, al contrario, le gare della Prefettura per la gestione dell’accoglienza vanno deserte, perché i capitolati sono inadeguati sia per reperire spazi idonei che per erogare i servizi previsti dalla legge. Inoltre, in Emilia-Romagna stiamo accogliendo il numero più alto di richiedenti in rapporto ai residenti. Il Governo ha il dovere di riequilibrare la distribuzione nei territori, anche a livello di singole Province e Comuni. Ed è giusto farlo in maniera condivisa attraverso il confronto con Regioni ed Enti locali: da qui, l’attivazione di un tavolo permanente di confronto regionale, coinvolgendo Prefetture e Comuni capoluogo. Mentre è stata disattesa dal Governo la richiesta di un Tavolo tra Stato e Regioni per condividere informazioni e attività volte a fronteggiare i flussi”. L’assessora ha quindi ricordato che poco hanno potuto le norme nazionali introdotte: nel 2023 hanno raggiunto l’Italia 155.754 migranti, il 50% in più rispetto al 2022.
Raccogliendo le istanze degli Enti locali, la Regione ha anche segnalato la necessità di prevedere maggiore sostegno economico dello Stato ai Comuni per i minori stranieri non accompagnati inseriti nel Sai.
Nel 2023 il Comune di Modena ha gestito 532 msna, di cui 311 nuovi arrivi; ad oggi ha in carico 237 minori (194 in strutture del territorio comunale e altri 43, comunque in carico, in strutture in altri Comuni). Se gli adulti nei Cas sono integralmente a carico del Governo e, dopo gli aumenti dei rimborsi, anche i costi sostenuti per i minori sono coperti quasi interamente dallo Stato che riconosce fino a 100 euro a ragazzo, è invece più bassa la quota pro-capite rimborsata per i posti strutturati Sai, non sufficiente a coprire interamente spese di accoglienza e servizi (mediazione linguistica; insegnamento dell’italiano; formazione e riqualificazione professionale; accompagnamento a inserimento lavorativo, abitativo, sociale, legale; tutela psico-socio-sanitaria). Per l’accoglienza dei msna restano quidni a carico del bilancio del Comune di Modena 1,2 milioni di euro.
Infine, l’assessora Pinelli ha espresso “forte preoccupazione per l’uscita consistente dall’accoglienza di persone in condizioni precarie, specie dal punto di vista abitativo, visto che di fronte all’intensificarsi dei flussi e alla mancanza di posti, per far posto ai nuovi arrivi, la Prefettura ha accelerato l’uscita dai Cas”.

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