L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena invita la cittadinanza all’evento “L’Umanizzazione come elemento di cura: il volto umano degli Ospedali” che ha organizzato per sabato 20 gennaio 2023 presso l’Aula Magna del centro Didattico del Policlinico di Modena dalle ore 9,30 alle 12,00.
All’incontro – che è ad accesso libero – verranno presentati i progetti di umanizzazione delle cure dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria che hanno lo scopo di rendere i percorsi assistenziali orientati quanto più possibile alla persona, ai suoi familiari e ai suoi cari, grazie al determinante contributo anche del volontariato.
L’umanizzazione è l’impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostico-terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica. Questo approccio è un elemento essenziale per garantire la qualità dell’assistenza e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è molto attenta ad applicare questo approccio in diversi ambiti.
“L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena si è impegnata per far diventare l’umanizzazione delle cure una politica aziendale – ha commentato Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’AOU di Modena –. Si vuole, infatti, andare incontro alle esigenze delle persone che portano con sé non soltanto una malattia o un disturbo, ma hanno sulle proprie spalle problemi che riguardano la loro intera vita. Per questo cerchiamo di dare loro risposte sia sul piano sanitario che su quello sociale. Abbiamo investito in questa progettazione convinti di voler valorizzare il più possibile l’unicità della persona malata (la sua volontà, la sua biografia, il suo modo particolare di vivere ciò che gli sta accadendo) in modo che la dignità umana del paziente resti sempre integra. Attribuire rilevanza all’umanizzazione delle cure vuol dire, infatti, infondere speranza anche a chi non lavora o vive l’ospedale quotidianamente e permette di aiutare le persone più fragili, che necessitano di sostegno fisico e m orale, a superare il disagio, lo spaesamento e la paura. Umanizzare le cure significa utilizzare un linguaggio universale che include i bisogni di tutti gli esseri umani e al contempo avere sempre uno sguardo rivolto alla fragilità e quindi, in particolare, ai bambini e agli anziani”.
“Mettere la persona, e non la malattia, al centro del percorso di cura – spiega il sindaco di Modena e presidente del Ctss Gian Carlo Muzzarelli – non è solo uno slogan, deve essere un impegno ben preciso per la sanità pubblica con l’obiettivo di garantire la salute e il benessere dei cittadini nel modo più ampio ed efficace possibile. Sono tante le esperienze in corso con queste caratteristiche, che coinvolgono i pazienti, i familiari e il mondo del volontariato e che sono caratterizzate da un impegno forte e convinto di tutto il personale sanitario”.
Il programma dell’evento
L’incontro di sabato è il primo di una serie di condivisione che vogliono mostrare alla cittadinanza i diversi progetti. Nel corso dell’incontro saranno presentati:
1. “Respira-MO, insieme agli animali”
Questo progetto si rivolge ai pazienti affetti da sclerosi sistemica con interstiziopatia polmonare afferenti all’Unità Operativa di Reumatologia e ai pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica afferenti al Servizio di Malattie dell’apparato respiratorio. L’obiettivo è valutare i diversi benefici dati dalla relazione con gli animali in pazienti cronici, complessi con difficoltà respiratorie in quanto la pet therapy permette di intervenire sia a livello affettivo-relazione che a livello psicomotorio, facendo perno sulla leva motivazionale veicolata, in questo caso, dal cane.
2. Tempo volontario
Questo progetto è già attivo presso le Unità Operative di Geriatria, Ortogeriatria, Riabilitazione Ortogeriatrica e Medicina Metabolica e consiste nell’offrire ai pazienti, grazie a volontari formati, attività che li impegnino nella riacquisizione dei ritmi circadiani, migliorando la qualità di vita dei degenti in corso di ricovero e prevenendo una significativa percentuale di episodi di contenzione grazie all’osservazione e a un’adeguata relazione di sostegno al paziente.
3. Umanizzazione delle cure in geriatria
Questo progetto vede già realizzati i primi passi all’interno dell’Unità Operativa di Geriatria dove sono presenti una stanza e un soggiorno multisensoriale per il trattamento non farmacologico dei sintomi comportamentali in relazione alla presenza di demenza o di delirium. In questo reparto, inoltre, vi è l’applicazione continua della Valutazione Multidimensionale per intercettare e quantificare la fragilità dell’anziano e i suoi bisogni specifici attraverso strumenti sempre aggiornati.
4. Il Mondo Fantastico: a spasso con Tommy
Questo progetto nasce da un lavoro di umanizzazione che da alcuni anni viene promosso nella Radioterapia dell’AOU di Modena, infatti, le sedute radioterapiche dei bambini erano già oggetto di interventi come l’allestimento di colorate scenografie, di utilizzo di maschere per l’esposizione ai macchinari trasformate in volti dei supereroi o dei cartoni animati. Con la nuova tecnologia, invece, i professionisti sanitari possono caricare la storia desiderata dal bambino e con un clic proiettarla a tutta stanza, immergendo il paziente in un’ambientazione fiabesca. Questo progetto si origina sul presupposto che il luogo dove si svolgono le terapie possa influire positivamente sull’esito delle cure migliorando l’aderenza del paziente al trattamento, soprattutto nei pazienti pediatrici.
5. L’umanizzazione delle cure nella gestione delle malattie rare
L’impegno che viene adottato dall’AOU di Modena è quello di rendere i luoghi dell’assistenza e i percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali orientati quanto più possibile alla persona. L’umanizzazione delle cure come politica sanitaria si è, quindi, sviluppata all’interno della redazione dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) ed in particolare in due percorsi riguardanti, il primo, la gestione dei pazienti affetti da Epidermolisi Bollosa e, il secondo, la gestione della Sclerosi Sistemica.
6. Spezza l’attesa
Il progetto prevede la gestione globale del paziente nei suoi bisogni anche complessi e la presenza dei volontari nelle sale d’attesa dei pronto Soccorso. Il progetto si avvale della collaborazione dei volontari del Comitato Consultivo Misto che nella fascia oraria 11-20 aiutano i pazienti in attesa e loro caregiver fornendo informazioni e supporto relazionale. Soprattutto, i volontari, svolgono un lavoro di raccordo tra il paziente all’interno del PS e il famigliare in attesa, aggiornandolo sul percorso che sta seguendo e sull’evoluzione delle condizioni, per tranquillizzare entrambi. Il progetto si avvale anche di contenuti multimediali condivisi sui monitor dei Pronto Soccorso della provincia e che forniranno informazioni alle persone in attesa.
7. Io sarò con te
Il progetto, in fase di avvio, prevede la possibilità che al genitore/caregiver sia consentito di rimanere con il proprio figlio in sala operatoria fino all’induzione dell’anestesia senza che questo determini ostacoli nella fase anestesiologica ed operatoria. Il progetto si pone l’obiettivo di ridurre lo stress del bimbo che si sente, seppur per breve tempo, abbandonato in un ambiente sconosciuto.
8. Prendersi Cura di chi Cura il Paziente Oncologico
L’Oncologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha organizzato col supporto della Direzione Professioni Sanitarie il primo corso destinato ai volontari delle Associazioni che operano in ambito oncologico per insegnare loro a prendersi cura dei pazienti, sia quelli ricoverati, sia quelli che vengono curati al domicilio. Il ruolo di un caregiver in Oncologia è prezioso ma anche fragile se non ben preparato. Per tale ragione, l’AOU ha organizzato un corso per quei volontari che hanno scelto di prendersi cura dei pazienti oncologici per “diventare caregiver per scelta”. I primi “Diplomi” sono stati consegnati proprio in questi giorni e a breve comincerà l’attività.