Al via oggi, giovedì 8 febbraio, presso l’Hotel Carlton di Bologna, il convegno dal titolo “Clinica e terapia delle aritmie ventricolari”. Una due giorni, organizzata dai professionisti della Cardiologia dell’Ospedale Maggiore, in cui si susseguiranno, nell’ambito di 6 sessioni formative, i massimi esperti del settore.
Le aritmie ventricolari sono le più gravi aritmie cardiache, influiscono sulla prognosi dei pazienti, comportando talvolta ricoveri o morti improvvise. La cura e l’assistenza dei pazienti che ne soffrono richiedono dunque una gestione complessa, spesso concentrata in centri di eccellenza in cui sono disponibili conoscenze e competenze multispecialistiche.
La diagnosi delle aritmie ventricolari, infatti, può essere difficile, richiedendo spesso molteplici competenze (tecniche di immagine, genetica, anatomia patologica) unite a figure ultra-specialistiche (elettrofisiologi, interventisti, genetisti, radiologi, medici dello sport). Inoltre, il più delle volte occorre applicare in emergenza trattamenti complessi (farmacologici o strumentali) per evitarne le disastrose conseguenze immediate: impiantare defibrillatori o eseguire procedure di ablazione per prevenirle.
Se da un lato la gestione dei casi più complessi compete ai Centri specialistici, tuttavia a qualsiasi sanitario può capitare di confrontarsi con queste aritmie. A partire da questa consapevolezza, gli esperti dell’Ospedale Maggiore hanno organizzato un convegno per mettere al servizio di medici, tecnici, infermieri e farmacisti le competenze maturate negli anni nei centri specializzati per la cura di questa patologia, contribuendo a diffondere il sapere di questo specifico ambito sanitario.
Tra i centri che vantano un’importante esperienza aritmologica c’è proprio la Cardiologia dell’Ospedale Maggiore, dove Gaetano Barbato, organizzatore del convegno e responsabile della Unità operativa semplice di Elettrofisiologia, è stato artefice fin dagli anni ’90 dello sviluppo dell’aritmologia interventistica. Presso la Cardiologia dell’Ospedale Maggiore il trattamento delle aritmie cardiache ha una lunga tradizione iniziata negli Anni Ottanta e cresciuta progressivamente negli anni tanto da porla come Centro di Riferimento per l’Area Metropolitana, Regionale e sempre più spesso anche per pazienti provenienti da altre regioni limitrofe. L’esperienza maturata nella tecnica di ablazione è vasta: dal 2009 al 2022 sono state effettuate 533 ablazioni di aritmie ventricolari, nel 62% dei casi per via endocardica cioè avanzando i cateteri attraverso le arterie femorali fino all’interno del ventricolo sinistro dove l’aritmia viene identificata grazie a sistemi di mappaggio e ablata attraverso la radiofrequenza. In un numero consistente di casi, pari al 38% della casistica, è stato necessario eseguire la procedura con approccio epicardico, cioè inserendo le sonde attraverso la parte toracica e il pericardio per aggredire le aritmie nella parte più superficiale del cuore. Questa tecnica per la sua complessità non è svolta di routine in tutti i centri.
Dati di attività dell’Unità operativa di Elettrofisiologia dell’Ospedale Maggiore
L’Unità Operativa di Elettrofisiologia, diretta dal Dott. Gaetano Barbato affiancato dalla Dott.ssa Valeria Carinci, dal Dott. Francesco Pergolini e dal Dott. Enri Leci, svolge la propria attività di elettrofisiologia e impiantistica presso la sala angiografica di Elettrofisiologia, presente in un’area dedicata della Cardiologia, 4° piano Edificio D dell’Ospedale Maggiore, dove sono presenti tutti i sistemi per il mappaggio e il trattamento delle aritmie.
Nel 2023 sono state effettuate 238 ablazioni di qui 139 complesse, la gran parte delle quali (110) con sistemi di mappaggio. Accanto a queste sono stati impiantati 68 defibrillatori per la prevenzione delle aritmie ventricolari gravi e 330 pacemaker definitivi per il trattamento delle bradiaritmie.
L’UOS di Elettrofisiologia svolge poi un’importante attività ambulatoriale, in particolare visite cardiologiche specialistiche di 2° livello aritmologiche (722 nel 2023), o di cardiologia dello sport (46 nel 2023) per casi complessi riferiti da altri specialisti. Accanto a queste vengono eseguiti controlli in presenza di pacemaker o di defibrillatori (3210 nel 2023), ma soprattutto è stata sviluppata in questi anni un’importante attività di controllo remoto dei dispositivi grazie all’ausilio dei Tecnici di Cardiologia (7274 nel 2023). Quest’attività, di telemonitoraggio, ha consentito in più occasioni di cogliere peggioramenti clinici dei pazienti o malfunzionamenti dei device impiantati.