Comprendere a fondo il comportamento del lupo per poter agire in modo efficace in caso di avvistamenti o segnalazioni nel territorio urbanizzato, con particolare attenzione alla sua presenza nelle zone limitrofe a quelle abitate dall’uomo, anche alla luce dei recenti casi in provincia di Modena.

É quanto discusso nell’incontro promosso a Modena martedì 13 febbraio dalla Polizia provinciale di Modena dal titolo “lupo in pianura, l’ultima frontiera”, rivolto agli operatori del settore con la presenza di Carabinieri Forestali, dell’Ufficio caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, del centro faunistico Pettirosso, dei veterinari Azienda Usl di Modena, dell’istituto zooprofilattico di Modena, dell’Ente Parchi dell’Emilia centrale e della polizia metropolitana di Bologna.

Durante la tavola rotonda, condotta da Luigi Molinari, collaboratore del Parco nazionale dell’Appennino tosco–emiliano e da Sonia Braghiroli, funzionaria dell’Ufficio caccia e pesca della Regione, è emerso che il lupo nelle province emiliane, ormai da tempo, ha ricolonizzato aree abbondantemente modificate dalla presenza umana come la pianura padana, una delle aree meno boscose d’Europa e con densità abitativa più alta. Il Lupo è un animale estremamente adattabile e, in questi contesti, ha imparato a sfruttare diversi tipi di risorse alimentari e a selezionare le poche aree di rifugio disponibili. Fondamentali per la comprensione del fenomeno sono i dati acquisiti dai collari satellitari applicati ai Lupi dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

La comandante della Polizia provinciale di Modena Patrizia Gambarini sottolinea che «una giornata di formazione sul lupo è un necessario approfondimento culturale per chi quotidianamente lavora a contatto con la fauna selvatica e viene riconosciuto dalla collettività come un professionista da interpellare in ogni circostanza in cui si presenta l’animale o si teme possa presentarsi. Vogliamo essere sempre al passo con quello che la città e il territorio ci chiedono e seguire le riflessioni di un gruppo di esperti può creare le migliori condizioni per rendere un servizio sempre più puntuale che passa dalla consapevolezza che pur trattandosi di un animale “protetto” il lupo non deve diventare “confidente” con l’uomo, quindi si deve conoscere e diffondere ogni strategia di allontanamento che possa rendere ciò una realtà concreta».

Nel corso dell’incontro è stato sottolineato che i lupi, come gli altri animali selvatici, possono avvicinarsi agli insediamenti umani, a volte anche alla luce del giorno, specialmente durante il periodo invernale. In condizioni particolari (ad esempio se il lupo è a sfavore di vento) possono verificarsi incontri ravvicinati. Tra le precauzioni da evitare perchè i lupi sviluppino comportamenti confidenti c’è, per esempio, l’offerta volontaria o involontaria, di cibo all’animale. Per questo è fondamentale adottare una serie di comportamenti corretti, tra cui non lasciare fonti di cibo nei pressi delle abitazioni, tenere il cane in un ricovero notturno, in particolare se in calore, non tentare mai e per nessun motivo di avvicinare il lupo né di interferire con il suo comportamento e non dargli mai da mangiare.

Inoltre, nel caso in cui si osservino uno o più lupi da lontano, il consiglio è restare in silenzio e osservare senza interferire e non tentare di avvicinarsi.

In caso di avvistamento è comunque necessario contattare i carabinieri forestali al numero 112, la polizia provinciale ai numeri 059/209.523 e 059/209.525 o la Regione Emilia-Romagna al numero 051/637.5090.

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