“Abbiamo protetto chi protegge migliaia di famiglie modenesi. Parliamo di oltre 6.000 lavoratori in forza a 115 cooperative sociali attive sul territorio, per capirci gli uomini e le donne cui affidiamo i nostri figli nei nidi e nelle materne, i nostri anziani nelle case protette. Le persone cui chiediamo di curare al meglio chi ha una disabilità”.
Lo annunciano Alessandro Martignetti (segretario generale Fisascat Cisl Emilia Centrale) e Livio Lomartire (Cisl Fp Emilia Centrale), esponenti delle due categorie che con un ottimo gioco di squadra hanno contribuito a scrivere un pezzo di storia sindacale e della contrattazione.
LAVORATORI CHE NON SONO PIU’ FIGLI DI UN DIO MINORE
“Bene, dopo 1 anno e cinque mesi di trattativa serrata questi lavoratori non sono più figli di un dio minore, c’è ancora tanto da fare ma la strada della dignità è stata imboccata in modo deciso. Il nuovo contratto per i dipendenti della cooperazione sociale che introduce tre novità enormi: aumento dello stipendio (mediamente di 120 euro, con punte di 193 euro), per la prima volta ci sarà la quattordicesima e finalmente il trattamento per la maternità sarà degno di questo nome”, spiegano Martignetti e Lomartire.
L’INSEGNANTE E L’OSS, A REGIME 2.000 EURO IN PIU’ ALL’ANNO
I due sindacalisti Cisl entrano nel dettaglio, spiegando cosa cambierà a regime (dall’ottobre 2025) per alcune figure che sono note a tutti i modenesi. Ad esempio, un’educatrice di asilo nido, classico servizio che i Comuni spesso affidano alla cooperazione sociale, guadagnerà 2.060 euro in più ogni anno, considerando l’aumento di stipendio (in questo caso 130 euro al mese) e la quattordicesima. Una operatrice/operatore socio-sanitaria/o, che tutti chiamiamo Oss e che lavora nelle case protette, potrà contare su 2.000 euro in più all’anno, se consideriamo che la maggior parte delle Oss sono in categoria C2.
ESSERE MAMMA E LAVORATRICE SI PUO’: ORA MATERNITA’ PAGATA A STIPENDIO PIENO
“Siamo davvero contenti che questo nuovo contratto sia arrivato alla vigilia dell’8 marzo – proseguono Martignetti e Lomartire –, visto che la gran parte dei dipendenti della cooperazione sociale sono donne e, soprattutto, perché il contratto ora potrà proteggerle nel caso decidano di diventare madri: da oggi le mamme in forza alla cooperazione sociale potranno avere la maternità pagata a stipendio pieno e non più solo all’80%. Calcolatrice alla mano, ciò significa che una neomamma potrà contare su 1.000 euro in più all’anno per ogni figlio”. Una misura di welfare che si accompagna all’aumento del 100% della quota mensile versata dal datore di lavoro per l’assistenza sanitaria.
“LA RISPOSTA MIGLIORE A CHI NON CREDE AL SINDACATO”
Andrea Sirianni, segretario confederale Cisl Emilia Centrale, segue da vicino il mercato del lavoro nella cooperazione ed è sicuro che questo contratto sia un ottimo passo avanti perché “rappresenta un messaggio potente a chi chiede a cosa servono i sindacati. La risposta è: a migliorare, a cambiare in meglio la vita delle persone. Mai come oggi c’è stato bisogno di sindacato e mai come oggi le categorie di lavoratori che sono l’identikit della precarietà hanno bisogno di protezione. Con la contrattazione abbiamo dato uno scudo a chi opera nella cooperazione sociale, vale a dire a migliaia di persone che sono essenziali per la Comunità di Modena”.