Completata la ricognizione per il 2023 delle aree colpite dall’invasione del granchio blu e dai conseguenti danni agli allevamenti e alla raccolta di vongole sulla riviera adriatica.
Il documento, approvato dalla Regione, è stato inviato al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste per consentire il via libera al pagamento dei danni subiti dalle imprese della pesca e produzione.

La delimitazione delle aree, suddivise in tipi A e B, è basata sulla classificazione delle acque marittime davanti alla costa dell‘Emilia-Romagna e delle acque interne regionali per la produzione in allevamento e la raccolta di molluschi bivalvi vivi.

“L’individuazione delle aree per il conteggio dei danni è fondamentale per procedere agli indennizzi- commenta   l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca, Alessio Mammi- . Nel frattempo come Regione abbiamo messo a disposizione delle imprese un ulteriore milione di euro per il 2024, per indennizzare i pescatori che raccolgono il granchio blu a 1,5 euro al chilogrammo. Siamo a fianco degli acquacoltori e delle imprese di pesca colpite dai danni provocati dal granchio blu, per sostenere un settore produttivo strategico per l’economia dell’Emilia-Romagna”.

Nel settore A, si trovano produzioni in allevamento e di crescita naturale di molluschi bivalvi in cui è consentita la raccolta e l’immissione sul mercato per il consumo diretto. Comprende le aree marine di produzione in allevamento su filari in mare aperto e le aree antistanti Porto Garibaldi, Ravenna, Cervia, Cesenatico e Gatteo, Bellaria, Riccione e Cattolica.

Il settore B comprende le produzioni in allevamento e crescita naturale di molluschi bivalvi che possono essere immessi sul mercato dopo un trattamento in un centro di depurazione o previa stabulazione.
Qui si trovano gli impianti di molluschicoltura della Sacca di Goro, la zona antistante la costa della provincia di Ferrara, il canale navigabile nel comune di Comacchio tra il ponte Pega e il ponte sulla Romea, il canale Pallotta nella zona fra l’incrocio verso nord con il canale navigabile e l’incrocio verso sud con il canale sub lagunare, il canale sub lagunare Fattibello, e aree definite dei canali Valletta, Logonovo, della Foce, delle Vene.

Il granchio blu è tra le cento peggiori specie invasive introdotte nel Mediterraneo con pesanti e negativi impatti sull’ecosistema locale e sul settore della pesca e dell’acquicoltura, registrati negli ultimi anni anche in Albania, Grecia e Spagna.

Attraverso la competizione con la fauna autoctona e la predazione, impatta sulla biodiversità locale mettendo a rischio gli habitat naturali, in particolare le aree naturali protette e gli ecosistemi più fragili. Nelle lagune del delta del Po questa specie ha compromesso le attività di venericoltura e di mitilicoltura, con un danno diretto quantificabile in alcune decine di milioni di euro. Le elevate presenze di granchio blu in questi ambienti non permettono al momento di pianificare le nuove semine di molluschi bivalvi, con una possibile compromissione delle produzioni anche nel prossimo futuro.

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