È stato inaugurato l’anno accademico 2023/2024 dell’Università di Bologna, il 936° dalla sua fondazione, con una cerimonia presso il Teatro Auditorium Manzoni di Bologna, mercoledì 20 marzo 2024.

Il Rettore Giovanni Molari ha aperto la cerimonia con un discorso in cui ha sottolineato gli obiettivi, le sfide e i risultati raggiunti dall’Ateneo nel corso dell’ultimo anno, a fronte delle crisi politiche e umanitarie sempre più numerose e della crisi climatica che ha colpito da vicino anche l’Università di Bologna, a partire dall’alluvione, nel maggio scorso, in Romagna e nelle sedi del Multicampus. In questo momento storico – ha detto il Rettore – “la voce delle Università italiane stenta a trovare una sintesi che ci consenta di affrontare insieme, consapevoli delle nostre competenze e del nostro ruolo, tutti gli interlocutori politici e sociali, pubblici e privati con cui siamo chiamati a confrontarci e a collaborare. In assenza di tale sintesi, ritengo che un Ateneo come l’Alma Mater Studiorum abbia sempre di più il compito di adottare misure e strategie che siano non solo efficaci sul piano locale, ma esemplari sul piano nazionale”.

Tanti e importanti sono stati gli investimenti sostenuti dall’Alma Mater, dal 2022, sul fronte reclutamento di personale, come anche quelli sulla ricerca: oltre 50 milioni di euro in attrezzature e laboratori, “perché l’Università è il motore dell’attività scientifica del Paese” – ha affermato il Rettore.

È stata inoltre sottolineata l’attenzione dell’Ateneo verso la qualità e sostenibilità della didattica e la scelta decisa per il ritorno in presenza, anche per quanto concerne l’erogazione dei TOLC e il rifiuto del TOLC svolto a distanza, in controtendenza rispetto a molti altri Atenei italiani; è stata ribadita una forte critica al modello delle università telematiche, “che non possono essere né un modello di istruzione universitaria altamente qualificata né una risposta adeguata alle difficoltà economiche degli studenti”; si è rimarcata l’importanza del supporto a studentesse e studenti in condizioni di disagio economico, grazie alla costante sinergia con ER.GO. E ancora, si sono ricordate la realizzazione di un piano più organizzato ed efficiente per l’edilizia universitaria e l’elaborazione del primo piano energetico di Ateneo che già nel 2023 ha permesso di ridurre i consumi del 10% e che consentirà di installare, nel 2024, 1 MW di pannelli fotovoltaici.

Il Rettore ha ricordato anche l’impegno costante dell’Alma Mater nella cura delle persone, attraverso un potenziamento dei servizi per la comunità, da quelli psicologici per studenti e studentesse e per il personale, allo sportello contro la violenza di genere.

Infine, ma non meno importante, Molari ha evidenziato l’obiettivo di rafforzare il sentimento di comunità per favorire un clima lavorativo migliore e aumentare l’orgoglio di appartenere a una grande università pubblica statale che aspira a risultati ambiziosi. E ha ricordato un ambito sul quale l’Ateneo sta lavorando con massima responsabilità, e cioè la sanità: “abbiamo messo a disposizione la nostra visione strategica e le nostre competenze per concorrere a un riassetto complessivo del sistema nell’Area metropolitana di Bologna e in Romagna. Abbiamo l’opportunità di offrire un modello di collaborazione istituzionale di rilevanza nazionale. Non perdiamola”.

“L’Alma Mater è del mondo. – ha evidenziato il Rettore, mettendo in luce le motivazioni che hanno portato l’Ateneo a invitare Jacinda Ardern – E proprio per questo abbiamo fortemente voluto qui con noi l’ex Prima Ministra neozelandese, che viene dall’altra parte del pianeta, una figura che tutto il mondo ha ammirato per le sue coraggiose misure a contrasto della povertà, e in particolare della povertà infantile; per la prontezza e la decisione con cui ha saputo affrontare momenti di crisi e destabilizzazione; per le sue battaglie a favore dei diritti, del dialogo e del rispetto reciproco, in materia religiosa, in materia civile e di parità di genere”.

“Oggi le università sono fortemente interconnesse con le città che le ospitano”, ha dichiarato la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Bologna ne è un esempio. Un Ateneo che non vive di sola tradizione ma anche, se non soprattutto, delle capacità di essere innovativo e connesso con tutto ciò che può generare benessere per i territori”.

Tra gli interventi in programma quello del rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Federico Barbino, e della rappresentante delle studentesse e degli studenti, Francesca Saccardi. Entrambi gli interventi hanno portato l’attenzione sulla grave situazione umanitaria della popolazione palestinese: un tema urgente su cui si è pronunciato, il giorno precedente la cerimonia, anche il Senato Accademico, il giorno precedente la cerimonia, anche il Senato Accademico.

È seguita poi l’attesa lezione tenuta da Jacinda Ardern dal titolo “Leadership in the age of crisis”.

“Di fronte a minacce quali le conseguenze del cambiamento climatico, le disuguaglianze, la rivoluzione tecnologica, i conflitti globali, la proliferazione delle armi nucleari e le pandemie – ha affermato Ardern – dobbiamo confrontarci con la paura che queste minacce esistenziali si aggravino, ma anche con la rabbia derivante dalla consapevolezza della nostra responsabilità in merito. A ciò si aggiunge la frustrazione per il fatto che qualsiasi tentativo di trovare una soluzione globale è costantemente ostacolato da coloro che preferiscono rimanere inerti”.

Secondo l’ex Prima Ministra neozelandese è difficile affrontare qualsiasi sfida con la mente aperta e con fiducia se si ha la sensazione di essere stati trascurati, ignorati o di dover lottare per sopravvivere.

“Per costruire società sane e fiduciose – ha proseguito – bisogna partire dalle basi, e quindi dalla povertà, dall’avere una rappresentanza equa tra uomini e donne nei ruoli di leadership, così come una retribuzione equa per entrambi i sessi. Senza mai perdere l’ambizione per non perdere il senso delle aspettative”.

“Ci sono numerose sfide a lungo termine che necessitano la nostra ambizione, come quelle relative al cambiamento climatico, motivando le persone a trovare soluzioni quando il cambiamento è difficile e incerto”.

Infine, Ardern si è soffermata su valori come equità, gentilezza, empatia, curiosità e coraggio, valori che dovrebbe trasmettere un buon leader in tempo di crisi (e non solo) per favorire il rispetto delle differenze, con l’ambizione di guidare anziché governare per un cambiamento che possa migliorare il mondo.

Al termine della cerimonia, il Rettore ha consegnato a Jacinda Ardern il Sigillum Magnum di Ateneo e in serata, alle 21, nell’Aula Absidale di Santa Lucia, è in programma il tradizionale concerto per l’inaugurazione dell’Anno Accademico, con l’Orchestra del Collegium Musicum diretta da Alissia Venier in un repertorio interamente mozartiano.

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