È un progetto che parte da lontano. Da diversi anni il Comune di Vergato lavorava per l’avvio di corsi di falegnameria che salvaguardassero un mestiere a rischio d’estinzione e al tempo stesso fossero rivolti ai ragazzi a rischio di dispersione scolastica. Poi il Covid ha bloccato il progetto sul nascere. Ora finalmente il primo corso è partito, organizzato dall’Associazione 440Hz, che si occupa di cultura, formazione e lavora accanto alle persone con fragilità, ed è rivolto ai ragazzi del CPIA Montagna, il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti. Le lezioni teoriche hanno preso il via lunedì scorso, per un totale di 96 ore, di cui 80 saranno di laboratorio. I 6 ragazzi che frequentano il corso, sia italiani che di altre nazionalità di età compresa tra i 16 e i 18 anni, potranno apprendere le tecniche di falegnameria e cimentarsi con la creazione di manufatti che saranno poi esposti in mostra alla fine del loro percorso di studio. Presso il laboratorio di A&P Arredamenti di Sasso Marconi saranno affiancati da tre falegnami e due tutor: potranno lavorare con pialla a mano e lima, mentre per quanto riguarda l’utilizzo dei macchinari più pericolosi potranno imparare osservando.

A livello economico il corso è frutto del lavoro di squadra: 15mila euro provengono da un contributo erogato dalla Fondazione Carisbo, 5mila dal Comune di Vergato e 5mila dall’Istituzione Servizi sociali dell’Ufficio di Piano dell’Unione Comuni Appennino Bolognese.

Esprime soddisfazione il Sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri: “E’ un progetto pensato e fortemente voluto dalla nostra amministrazione perché ci rendiamo conto che, benché sia fondamentale e importante oggi avere un titolo di studio, questo non consente automaticamente ai ragazzi di trovare un lavoro. Rischiamo quindi di avere studenti che frequentano la scuola per conseguire tale titolo in maniera annoiata e non performante, quando invece un percorso professionale stimolante e operativo sicuramente potrebbe essere più attinente alle capacità e aspirazioni di molti. Ringrazio la Fondazione Carisbo e l’Ufficio di Piano dell’Unione dei Comuni che hanno compreso e condiviso questa interpretazione della qualità di vita dei nostri ragazzi che, talvolta, vengono giudicati esclusivamente dall’impegno e dal voto che riescono a concretizzare nel percorso scolastico ma che non vengono valutati sulle loro capacità effettive ed operative. Siamo molto contenti di avviare questo laboratorio: l’entusiasmo con cui hanno aderito sia l’associazione 440 Hz – che lo realizza e lo gestisce – sia gli studenti, sottolinea la bontà del progetto e dell’intuizione di questa dinamica. Riteniamo che possa configurarsi anche come progetto

pilota per ulteriori attività di questo tipo, come proposta gratuita ai nostri studenti che, per qualche motivo, possono essere identificabili a rischio di dispersione scolastica o comunque di smarrimento nel post diploma. Mi risulta che ci siano altri esperimenti di questo tipo, ad esempio sulla carrozzeria delle auto: una professionalizzazione per dare un lavoro futuro e soprattutto per creare una società sempre più sempre coesa, affermata e soddisfatta delle attività che svolge”.

 

 

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