Aveva richiesto la nomina di un amministratore di sostegno affinché si occupasse di gestire la situazione personale dei suoi anziani genitori, che gravati da una particolare e grave situazione di salute, venivano ricoverati presso una RSA. L’amministratrice designata, avrebbe dovuto provvedere alla vendita dell’abitazione dei due anziani e al pagamento delle rette e delle spese della struttura che ospitava i suoi genitori.

Nel tempo, però, la figlia si accorgeva che alcune spese effettuate per conto dei genitori, risultavano ingiustificate: attraverso l’utilizzo delle loro carte di credito sarebbero stati effettuati acquisiti di gioielli e beni di vario genere, non rinvenuti nella disponibilità dei due coniugi, per un danno quantificato in oltre 30.000 euro. Accortasi di tale anomalia, la donna si recava dai carabinieri della stazione di Reggiolo per sporgere denuncia. I fatti risalgono al 19 ottobre scorso. La donna rappresentava ai militari di essere figlia unica di genitori gravati da una particolare situazione di salute, entrambi ricoverati in una residenza sanitaria assistenziale. Non riuscendo a gestire personalmente la situazione dei suoi genitori, richiedeva la nomina di un amministratore di sostegno, che avrebbe dovuto occuparsi della vendita dell’abitazione dei suoi genitori al fine di provvedere al pagamento delle rette e delle spese della struttura.

Dopo la nomina dell’amministratrice, la vittima si recava presso l’abitazione al fine di prendere gli oggetti di sua proprietà, accorgendosi della mancanza dall’interno dell’abitazione di tutti i mobili e di tutti gli oggetti di valore. L’amministratrice, giustificava l’assenza degli oggetti come pagamento alla pari del lavoro effettuato dalla ditta di trasloco che si era occupata di smaltire gli oggetti inefficienti. Insospettita richiedeva, ottenendola, la nomina di amministratrice di sostegno dei suoi genitori, cosicché personalmente potesse prendere visione della situazione contabile, riscontrando da subito incongruenze. Più nel dettaglio, la denunciante si accorgeva di alcune spese effettuate per conto dei genitori, ingiustificate in quanto ricomprese già nella retta mensile della struttura di riposo e di altre spese varie, alcune delle quali sprovviste di relative fatture.

Formalizzata la denuncia, i militari avviavano approfondite indagini, sentendo i dipendenti della struttura sanitaria, i quali riferivano che la retta mensile della struttura sanitaria comprendeva tutte le spese alimentari, sanitarie, farmaceutiche e per l’igiene personale necessarie per gli ospiti, e che non erano a conoscenza di ulteriori spese, né erano state richieste ulteriori spese per i genitori. Alla luce dei fatti, a seguito di approfondite indagini e concordi dichiarazioni testimoniali, i militari acquisivano a carico della donna elementi circa la sua presunta responsabilità, per cui la stessa, una 54enne residente in comune della bassa reggiana, veniva denunciata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo reggiano con l’accusa di appropriazione indebita. Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.

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