Ieri pomeriggio è stato sottoscritto a Palazzo Malvezzi l’Accordo Territoriale relativo ai contratti di locazione a canone concordato in attuazione della Legge 9 dicembre 1998 n. 431.
Si tratta di un importante atto che stabilisce regole condivise e parametri trasparenti per la realizzazione dei contratti di locazione residenziale non a libero mercato.
L’accordo tra Sindacati degli Inquilini e Associazioni di Proprietari rinnova quello appena scaduto (siglato nel 2022).
Si disporrà di un riferimento unico a livello metropolitano che avrà quindi validità in tutti i comuni della città metropolitana di Bologna, superando così la preesistente separazione tra comuni del Circondario Imolese e altri comuni dell’area metropolitana, con una maggiore semplificazione burocratica a vantaggio dei cittadini.
Come anche recenti studi hanno dimostrato, negli ultimi anni il mercato libero della locazione residenziale in città ha subito rilevanti aumenti, anche per conseguenza della consistente componente turistica che ha contribuito da un lato a ridurre la disponibilità di alloggi per l’offerta locativa di lungo termine e dall’altro a spingere verso l’alto i canoni, che in alcune aree della città sono diventati inaccessibili per la più parte di famiglie, studenti e studentesse.
L’accordo siglato oggi va nella direzione opposta a questa deriva e a favore invece di uno spazio di mercato per la locazione di lungo termine e a canoni abbordabili.
Vi hanno aderito in modo unitario tutte le sigle sindacali rappresentative degli inquilini e dei proprietari; nonostante una discussione complicata si è raggiunto una mediazione su alcune condizioni ferme da 10 anni: alcune correzioni nella suddivisione delle zone omogenee della città; il contenimento dei rialzi delle tariffe massime dei canoni entro l’11% rispetto a quelle vigenti; un impegno esplicito contro ogni forma di discriminazione.
I vantaggi legati al tipo di contratti previsti da questo accordo, che contribuiscono a renderli appetibili, sono a favore sia dei proprietari dell’immobile locato, sia degli affittuari.
L’accordo prevede infatti che venga concordato un canone di affitto più basso rispetto a quello di mercato – sulla base di parametri oggettivi relativi allo stato dell’immobile e alla sua localizzazione; canone che può essere in parte (e a certe condizioni) detratto dal reddito imponibile del conduttore ai fini Irpef.
I proprietari, quale contropartita, possono godere di agevolazioni fiscali (la cosiddetta “cedolare secca”, cioè una tassazione particolarmente vantaggiosa per i redditi derivanti dalla locazione concordata) e una tariffa Imu agevolata rispetto a quella ordinaria.
“L’accordo che è stato siglato ieri va nella direzione di garantire un canone più accessibile ed equo, contrastando gli aumenti dovuti a una sempre maggiore presenza degli affitti brevi turistici che incidono sul mercato libero. Quello degli affitti brevi per finalità turistiche è di fatto un settore senza regole – dichiara la vicesindaca di Bologna con delega alla Casa Emily Clancy – che rappresenta il più preoccupante sistema di distorsione dei meccanismi di mercato della casa da diversi anni a questa parte: un sistema che drena immobili a discapito di famiglie, lavoratori e studenti ponendo vincoli severi allo sviluppo delle imprese e del lavoro, aumentando prezzi e canoni a ritmi insostenibili. Con questo accordo si va nella direzione opposta prevedendo canoni di affitto più bassi rispetto a quelli di mercato e rendendoli più appetibili per le parti.
Nel percorso che ha portato al rinnovo dell’accordo tra le parti sono state ascoltate anche le associazioni studentesche universitarie che hanno chiesto un maggiore impegno per ‘formare e informare’ la componente studentesca sui contenuti dell’accordo, così come sul fronte dei controlli.
Su entrambe le richieste, insieme anche alla Città metropolitana, ci impegniamo nei prossimi mesi a mettere in campo azioni concrete per permettere una maggiore formazione e informazione, così come la richiesta di maggiori controlli in collaborazione con le autorità competenti.
Contestualmente, come Amministrazione stiamo proseguendo nel lavoro di costruzione di un’agenzia per l’affitto, che possa gestire in modo innovativo immobili, servizi, utenti e fare da regista del mercato, sostenendo conduttori e locatori che aderiscono a questo tipo di contratti di locazione”.
“Questo accordo – dichiara Sara Accorsi, consigliera metropolitana delegata al Welfare e lotta alla povertà – arriva in un momento di altissima attenzione sul tema casa. Ricerca di immobili in affitto, assenza di misure di sostegno all’affitto da parte del governo, polarizzazione delle esigenze come dimensione culturale. È chiaro che per favorire la sottoscrizione dell’accordo e trovare un punto di caduta sugli aumenti, insieme al Comune di Bologna, come ente Città metropolitana ci siamo assunte degli impegni verso le organizzazioni sindacali, volti a favorire l’interlocuzione tra sindacati inquilini e proprietari e territori dell’area metropolitana, a monitorare andamento dell’accordo e ad investire le risorse disponibili dallo scioglimento di Ama (Agenzia metropolitana per l’affitto) in dimensione metropolitana sulla nuova agenzia sociale a cui stiamo lavorando con il Comune di Bologna”.
L’accordo siglato oggi entrerà in vigore dal prossimo 1 aprile; il testo, assieme a tutte le informazioni accessorie e alla modulistica, sarà disponibile on line presso tutti i siti istituzionali e delle organizzazioni aderenti.