Tumore al polmone, nuove e promettenti possibilità terapeutiche grazie a uno studio dell’IRCCS di Reggio Emilia pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Nature Communications”. L’articolo raccoglie i risultati di un lavoro di cinque anni svolto dai ricercatori del Laboratorio di Ricerca Traslazionale, in collaborazione con altri professionisti dell’Ausl IRCCS di Reggio e con il gruppo di ricerca del dottor Francesco Bertolini dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.

Il tumore del polmone non a piccole cellule è una patologia particolarmente aggressiva, con una prognosi ancora non favorevole, malgrado i molti farmaci a oggi disponibili. L’introduzione dell’immunoterapia ha portato ad avanzamenti significativi nella cura di questa forma tumorale. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono ad essa nello stesso modo, rendendo necessario identificare diverse opzioni terapeutiche da applicare in combinazione con quelle già previste dalla pratica clinica.

Questo studio è stato condotto dalle ricercatrici Francesca Reggiani e Valentina Sancisi che hanno esplorato la possibilità di utilizzare una classe di farmaci epigenetici (immunoterapia), gli inibitori delle proteine BET, nel contesto del tumore polmonare. Lo scopo dello studio era quello di stimolare una particolare popolazione di cellule immunitarie, chiamate Natural Killer. Queste cellule sono naturalmente presenti all’interno dell’organismo, ma spesso non sono reattive nei confronti del tumore e non riescono a difendere l’organismo da esso. I risultati dello studio, che ha analizzato i campioni di 53 pazienti affetti da tumore polmonare, hanno invece dimostrato che l’attività di queste cellule immunitarie contro il tumore può essere ripristinata e potenziata proprio grazie a questo tipo di farmaci. Per la prima volta è stato inoltre dimostrato che i farmaci epigenetici bloccano l’interazione tra due proteine (SMAD3 e BRD4) all’interno del nucleo delle cellule Natural Killer attivando così la risposta immunitaria verso il tumore.

Questi risultati sono particolarmente promettenti perché i farmaci qui applicati in modelli preclinici potrebbero entrare a far parte in futuro di terapie di combinazione volte a stimolare il sistema immunitario dei pazienti, oppure essere utilizzati per aumentare l’efficacia di terapie basate sulle cellule Natural Killer. L’articolo intitolato “BET inhibitors drive Natural Killer activation in non-small cell lung cancer via BRD4 and SMAD3” ha come co-autori altre ricercatrici del Laboratorio di Ricerca Traslazionale, tra cui le dottoresse Federica Torricelli, Veronica Manicardi e Alessia Ciarrocchi, oltre che alcuni ex-membri del team di ricerca, le dottoresse Giulia Gobbi, Elisabetta Sauta e il dottor Filippo Lococo. Inoltre, lo studio è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione del dottor Massimiliano Paci, direttore dell’Unità di Chirurgia Toracica, della dottoressa Eleonora Zanetti, responsabile della Biobanca istituzionale e della dottoressa Simonetta Piana dell’Unità di Anatomia Patologica.

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