Ha inaugurato oggi a BolognaFiere la 23esima edizione di Exposanità (dal 17 al 19 aprile): l’edizione 2024 ha come claim “Ci sta a cuore chi cura” proprio per sottolineare l’impegno della manifestazione per la sanità italiana e i suoi professionisti. Tanto che lo stesso claim è stato declinato per la campagna “Ci sta a cuore il SSN” che Exposanità ha ideato per il 45esimo anniversario del SSN e a cui tutti possono partecipare con contributi scritti o in video.
Anche l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi ha aderito alla campagna: “Il SSN- sottolinea il professore- mi sta molto a cuore. È il pilastro fondante del nostro welfare e della nostra democrazia. Il metodo più indolore per ucciderlo è fargli mancare mezzi e risorse e condizionarlo sempre più nel suo funzionamento, senza rinnovarne le strutture”.
Tra i tanti, Sandra Zampa, senatrice Pd ed ex sottosegretario alla Salute, ricorda: “La pandemia ci ha messo sotto gli occhi non solo la certezza che senza la salute si mette in discussione tutto e tutto vacilla, ma anche quanto vale il Servizio Sanitario Nazionale, uno scudo a difesa della comunità tutta e di ciascuno di noi. Oggi, dopo le promesse fatte da tutte le forze politiche agli italiani, è nuovamente messo in discussione: dobbiamo mobilitarci per salvarlo e fare in modo che chi verrà dopo di noi sia tutelato e protetto come lo siamo stati noi. Il futuro della nostra comunità dipende dalla forza della nostra battaglia. Un servizio sanitario che funziona è garanzia anche di maggiore coesione sociale”.
Queste invece le parole di Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna: “Mi sta a cuore il SSN perché è uno dei pilastri fondamentali della democrazia che consente di curare chi ha bisogno a prescindere dal reddito. È una grande libertà poter contare sul fatto che la propria salute venga tutelata in maniera pubblica e universalistica. Non credo che si troverà qualcuno che si dichiari contrario al SSN, il problema è creare le condizioni perché il sistema si possa sostenere. Quello a cui stiamo assistendo è un impoverimento giorno per giorno, una frammentazione legata a mancati finanziamenti, ai tetti per le aziende sulla possibilità di assumere. C’è uno stillicidio che negli anni ha portato a un impoverimento e oggi siamo davvero a un passo dal perdere il sistema sanitario nazionale”.
Il professor Marcello Lanari, direttore della Pediatria dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna cita i “dati preoccupanti che ci raccontano che 4 milioni di italiani non riescono ad accedere alle cure perché non ne hanno la possibilità economica e due milioni di italiani si indebitano per curarsi. Da pediatri vediamo tutti i giorni famiglie in difficoltà sociale, in difficoltà economica sempre crescente, famiglie che non potrebbero garantire ai propri figli le risposte ai fabbisogni di salute attraverso un sistema sanitario privatistico”. Tutti validi motivi per avere a cuore il SSN.
La professoressa Tiziana Lazzarotto, direttrice del Laboratorio di microbiologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, sottolinea che grazie al SSN “possiamo offrire a tutta la cittadinanza test rapidi e specifici con un’elevata sensibilità e specificità, tutto ciò o a costo zero o con un ticket minimo” E questo a tutela della salute collettiva, oltre che individuale. Dino Vaira, professore ordinario di medicina interna dell’Università di Bologna, spiega che il sistema sanitario ci consente di eseguire screening a largo spettro e arrivare così prima a una diagnosi. Il che significa non solo salvare delle vite, ma risparmiare risorse che possono essere investite nella ricerca.
Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, ci tiene a ricordare che “il nostro Paese ha un sistema sanitario invidiato in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di mantenerlo pubblico, di perfezionarlo, di innovarlo. Soprattutto, abbiamo bisogno di fare in modo che chi lavora nel SSN sia valorizzato e motivato, per continuare a dare il massimo delle proprie competenze e professionalità a cittadini e pazienti.
Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, “la tutela della salute non può essere un privilegio, ma deve tornare a essere un diritto costituzionale per tutte le persone”.
E proprio Cartabellotta ha aperto i lavori del convegno inaugurale di Exposanità “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN“ elencando alcuni numeri che fotografano la situazione attuale: se per quanto riguarda i medici la situazione italiana è addirittura migliore rispetto alla media Ocse (4,1 ogni 1.000 abitanti contro 3,7), altrettanto non si può dire per gli infermieri (6,9 ogni 1.000 abitanti contro 9,9). Per quanto riguarda le retribuzioni, quelle dei medici italiani si aggirano intorno ai 105mila dollari, mentre i loro colleghi Ocse guadagnano in media 116mila dollari. Ben più alto è il gap invece degli infermieri: la loro retribuzione sfiora i 40mila dollari, mentre i colleghi Ocse superano i 50mila. I medici italiani, infine, sono i più vecchi d’Europa: ben il 55% supera i 55 anni.
Proprio per valorizzare le professioni del SSN, il taglio del nastro di Exposanità è stato affidato non a caso, come ha sottolineato Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità, a Gianni Vitale, infermiere con esperienza ventennale, e a Luca Bombarda, specializzando in medicina d’urgenza, uno dei comparti che più soffre la fuga di personale.
Problema messo a fuoco da Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare e alla salute del Comune di Bologna, che nel corso del convegno ha evidenziato “l’incredibile calo” che ha colpito l’attrattività delle professioni sanitarie. Infine, l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, ha messo in guardia sull’autonomia differenziata: “Attenzione a non investire sulla malattia, investiamo sulla cura”, il suo avvertimento.