La consolidata collaborazione interistituzionale tra i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Modena e il personale ispettivo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro dell’INPS e dell’INAIL, dall’inizio dell’anno si è concretizzata nell’effettuazione di proficui interventi orientati al contrasto del lavoro sommerso, che hanno consentito di individuare, finora, 27 lavoratori “in nero”.

Sono state riscontrate ulteriori irregolarità comportanti conseguenze sotto il profilo contributivo e assicurativo, oltre che violazioni in materia di tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le attività ispettive hanno riguardato soggetti economici operanti in vari settori: dalla ristorazione ai negozi alimentari, oltre che a imprese operanti nell’agricoltura e nell’edilizia.

Gli obiettivi sono stati individuati a seguito di attività di intelligence e analisi di rischio sviluppate in sinergia dai Finanzieri del Gruppo di Modena assieme ai funzionari dei menzionati Enti ispettivi, tanto da comportare, nella maggioranza dei controlli, anche l’adozione, da parte dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, del provvedimento di sospensione dell’attività per l’impiego di personale “in nero” in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori occupati, così come previsto dall’art. 14 del D.Lgs. n. 81/2008.

I casi più eclatanti sono stati rilevati in un pub a Castelnuovo Rangone, dove sono stati scoperti 9 lavoratori “in nero” sui 10 presenti, e presso due ristoranti ubicati nel centro e nella periferia di Modena, nei quali sono stati individuati 8 lavoratori senza alcun contratto sui 22 complessivamente identificati.

Il contrasto al lavoro sommerso costituisce una delle priorità dell’attività ispettiva, rappresentando lo stesso una piaga per l’intero sistema economico, giacché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso in condizioni di fragilità, e incide negativamente sulla concorrenza leale tra imprese.

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