foto di Daniela Villani (Regione Emilia-Romagna A.I.C.G.)

Una strategia nazionale chiara e condivisa con le Regioni interessate per fermare la diffusione della peste suina africana ed eradicare il virus, potenziando le buone pratiche di controllo e prevenzione adottate finora. Lo si è deciso nella cabina di regia che si è svolta ieri a Roma, a cui hanno partecipato i ministeri dell’Agricoltura, Sanità, Protezione Civile, Difesa e Interno insieme ai rappresentanti delle Regioni interessate.

La Regione Emilia-Romagna, rappresentata dagli assessori alle Politiche per la salute e all’Agricoltura, valuta positivamente che durante l’incontro si sia preso atto, a livello nazionale, della gravità del problema e si stia andando verso un’attività di controllo uniforme sull’intero territorio, per creare un coordinamento nella gestione dell’epidemia. La Regione, inoltre, ha chiesto un rinforzo della presenza di personale veterinario per i controlli negli allevamenti e negli stabilimenti produttivi per le attività legate all’export di prodotti di origine suina e per il controllo della malattia nei cinghiali, in particolare per i territori – come Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte – in cui l’impatto sul settore suinicolo potrebbe essere particolarmente rilevante.

Si considera un passo avanti anche il fatto che sia stata manifestata la volontà di inserire le malattie epidemiche tra le competenze della Protezione Civile, mutuandone quindi gli strumenti normativi, un elemento che permette di dare ulteriore incisività per affrontare con ogni mezzo possibile l’avanzare della peste suina.

La Regione condivide la necessità di assegnare al commissario nazionale i poteri speciali necessari per agire con tempestività in deroga alle normative sugli appalti; si è sottolineato anche il bisogno di fare in fretta, perché ogni giorno che passa aumentano i rischi per il comparto produttivo con possibili hanno ricadute sull’intero comparto.

L’impegno della Regione

La Regione Emilia-Romagna fin dall’insorgere del primo caso di PSA in Italia, in Piemonte nel gennaio del 2022, ha messo in campo risorse proprie per prevenire prima e contenere poi la diffusione della malattia. In questi anni ha approvato prima un piano di contenimento del rischio e successivamente un piano di eradicazione della malattia con l’individuazione delle aree dove effettuare il depopolamento di cinghiali, i tempi in cui realizzarlo (entro l’estate del 2024) e la stima della popolazione di cinghiali da raggiungere per rallentare il contagio. Molta attenzione anche alla biosicurezza degli allevamenti, con la pianificazione di controlli su tutto il territorio regionale. Due gli obiettivi principali del piano: evitare l’ulteriore propagazione del contagio nel territorio regionale e ridurre il rischio che l’infezione raggiunga gli allevamenti suini.

Depopolamento

Approvato il Piano di controllo della specie cinghiale e individuati i distretti critici, si è proceduto alla definizione di due bandi che a giorni saranno operativi per potenziare ulteriormente le attività di abbattimento dei cinghiali, che hanno potuto effettuare interventi di depopolamento sia abbattendo i cinghiali tramite sparo che attraverso la cattura tramite trappole. Un terzo bando è in corso di definizione per permettere l’utilizzo dell’intera somma di due milioni di euro che la Regione ha messo a disposizione lo scorso anno alla struttura commissariale.  

Per il 2024 sono stati messi a disposizione 900mila euro alle polizie provinciali per la realizzazione dei piani di controllo faunistico provinciali, che vanno a sommarsi ai 4,8 milioni che la Regione trasferisce annualmente alle Province per la gestione faunistica. A partire dal 2024 è prevista la possibilità di rendicontazione a capo abbattuto (130 euro) e la possibilità per le polizie provinciali di convenzionarsi con enti esterni tra cui gli ambiti territoriali di caccia.

Biosicurezza                     

La pianificazione di controlli di biosicurezza degli allevamenti di tutta la regione è iniziata già nel 2022 ed è proseguita con la definizione dei requisiti di biosicurezza da rispettare negli allevamenti.

Complessivamente sono stati definiti tre bandi (nel 2022, 2023 e 2024) per un valore complessivo di 9,7 milioni di euro. Sono 170 i progetti ammessi a finanziamento, circa un allevamento su 4 in Emilia-Romagna.

I principali interventi finanziati riguardano la posa di recinzioni antintrusione/antibestiame, la costruzione di piazzole di disinfezione degli automezzi, la realizzazione di zone filtro e celle frigorifere e spese di progettazione.

Campagna di comunicazione

La Regione, già nel 2022, si è attivata realizzando una campagna di comunicazione finalizzata ad informare cittadini e operatori sulla malattia, che non si trasmette all’uomo, e sulle misure da
adottare per fermarne la diffusione.  

È stato istituito il numero unico regionale 051 6092124 per raccogliere le segnalazioni di cittadini, in particolare escursionisti, cacciatori, fungaioli e tartufai, e operatori che dovessero imbattersi in resti o carcasse di suini che potrebbero essere stati contagiati.

La campagna ha previsto anche la creazione di una pagina web dedicata sul sito della Regione, che contiene le informazioni di base sulla malattia e le indicazioni per cittadini e operatori per evitare che la malattia si diffonda negli allevamenti. Inoltre, sono stati realizzati un video e una locandina per illustrare ai cittadini le buone pratiche per evitare la trasmissione della malattia e le modalità di segnalazione degli animali morti.

Un’ulteriore sezione dedicata alla PSA è online sul sito regionale “Alimenti e Salute” che contiene informazioni più approfondite su come combattere la diffusione della malattia, i dati nazionali di diffusione e le misure da adottare per proteggere gli allevamenti.

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