Il 24 maggio “Giornata internazionale della diversità biologica”, presso Fonti di Poiano, in Comune di Villa Minozzo, i Carabinieri forestali radunano esperti e appassionati per un convegno nel quale si discuterà di azioni concrete per la conservazione e il ripristino della biodiversità. Con la consapevolezza che la varietà della vita sulla Terra non è solo uno spettacolo da ammirare, ma un elemento essenziale per il benessere dell’intero pianeta.

Willy Reggioni, coordinatore dei progetti scientifici sulla biodiversità del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ricorda la complessità del monitorare e valutare la biodiversità all’interno dell’area protetta. “Un buon metro per misurare la biodiversità di un parco è quello di contare le specie presenti nel suo territorio. Conoscere le specie presenti richiede tuttavia un lavoro lungo e complesso e grandissima professionalità”, afferma Reggioni, “pensate semplicemente a quanto sia complicato classificare gli insetti, che rappresentano un gruppo di specie numerosissimo con funzioni importantissime per gli ecosistemi. Pensate al servizio ecosistemico dell’impollinazione entomofila”. L’esperto porta esempi significativi della ricchezza biologica del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, sottolineando che ” “il Parco nazionale ospita una varietà impressionante di specie. In un’area di poco più di 26.000 ettari sono presenti il 36% dei mammiferi, il 43% degli uccelli e il 37% degli anfibi presenti in Italia.

Alcune specie risultato di straordinaria importanza conservazionistica, perché a rischio di estinzione o semplicemente perché rare o minacciate, altre perché si trovano ai limiti del loro areale di distribuzione e altre ancora perché presenti qui e in nessuna altra parte del modo. Tutte però importanti all’interno degli ecosistemi in cui si trovano. Sono importanti proprio tutte, anche quelle che ci piacciono di meno come ad esempio l’Osmoderma eremita, un coleottero utilissimo agli ecosistemi forestali, che tuttavia potrebbe essere facilmente scambiato per uno “scarafaggio” e come tale essere trattato dalla maggior parte di noi semplicemente perché non lo sappiamo riconoscere e perché non ne conosciamo il suo ruolo ecologico. Ci sono molte specie di insetti rare o addirittura in via di estinzione che non solo concorrono alla biodiversità mondiale alla stessa stregua del Panda gigante, ma che svolgono funzioni ecologiche di straordinario valore come ad esempio l’imp ollinazione. Peccato che nessuno si strapperà i capelli se la perdessimo entro i prossimi dieci anni per gli effetti del cambiamento climatico”.

La flora merita sicuramente un discorso a parte, anche perché l’Appennino è ricchissimo di specie. Ogni volta che i botanici indagano il territorio del Parco scoprono specie nuove, o meglio specie delle quali non se ne conosceva la presenza. Molti sono gli endemismi: la primula appenninica, si trova solamente in questa porzione di Appennino e in nessun’altra parte del mondo. Stessa cosa per la bellissima Vicia del Cusna col suo fiore violetto a campanula.

Il convegno dei Carabinieri forestali previsto a Poiano fornirà un’opportunità unica per approfondire le sfide e le soluzioni relative alla conservazione della biodiversità, oltre a incoraggiare la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra gli esperti e i partecipanti.

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