Si è tenuta il 27 maggio l’assemblea dei sindacati Fim Cisl, Uilm Uil, Aqcf e Fiom Cgil con i lavoratori di Innovation Lab Maserati Modena per riportare l’esito dell’incontro con l’azienda.

“Li chiamano efficientamenti, razionalizzazione degli spazi, ma Stellantis persegue anche a Modena la politica di riduzione dei costi riconsegnando alla città uno spazio vuoto, appena ristrutturato, la ex Officina Orlandi di via Emilia Ovest che Marchionne aveva fortemente voluto per ampliare l’offerta di progettazione e ricerca sul territorio italiano e in particolare nella terra dei motori.

Un’attività prestigiosa di ricerca e sviluppo che aveva dato i natali a vetture capaci di rilanciare il marchio Maserati (Levante, Quattroporte, Ghibli, GT) seppure prodotte altrove e il marchio Alfa Romeo con Giulia e Stelvio.

Mentre lo stabilimento di via Ciro Menotti si barcamenava tra un ammortizzatore sociale ed un altro, in attesa di una autovettura che sarebbe arrivata solo nel 2021 con l’MC20, l’Innovation Lab Modena cresceva a dismisura arrivando a superare i 1.300 dipendenti, principalmente ingegneri e tecnici.

La svolta che l’azienda ha comunicato nasce dalla volontà di ridurre fortemente i costi degli spazi, oltre che i costi del personale, attraverso il ridimensionamento del numero dei lavoratori e lo spostamento di quasi tutte le attività nello stabilimento storico di via Ciro Menotti.

Il destino dello stabilimento di via Emilia Ovest è segnato. Gran parte dello stabile era dedicato agli uffici e con uno smart working al 50% l’azienda si dice certa di poter utilizzare tutte le aree della torre Maserati (lato cavalcavia Crocetta) creata a fine Anni ‘90 dall’allora presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo.

Perdiamo attività quali i simulatori statico-dinamico (trasferiti al Balocco), i banchi studio rifrazione solare sui cristalli (destinati a Pomigliano), alcuni banchi definiti HMI (interfaccia uomo macchina) nei quali si svolgevano attività di ricerca e in cui era collocato il progetto guida autonoma.

Tutti i restanti banchi, in particolare dedicati al software e alla configurazione elettronica, rimangono su Modena insieme allo sviluppo dell’auto elettrica Folgore.

Il giudizio che diamo unitariamente come sindacato è che attraverso queste politiche aziendali, non guidate da una riorganizzazione equa dell’intero settore automotive, ci troveremo sempre più in una logica di perdita di appeal strategico per il nostro intero Paese, laddove è del tutto evidente che l’attuale indirizzo sia quello di sfavorire e ridimensionare le produzioni nel nostro paese.

Se nemmeno su un prodotto di altissima gamma non si vedono investimenti adeguati e nuovi lanci di vetture (necessari per stare in questo mercato), la brutta piega che sta prendendo la discussione tra Stellantis e le Istituzioni di governo non può che generare grande preoccupazione sul futuro non solo di Maserati Auto, ma di tutti gli stabilimenti italiani.

Continueremo ad informare la cittadinanza e i lavoratori della situazione. Il confronto fra Stellantis e i sindacati di lunedì scorso a Torino non ha prodotto rassicurazioni visto che anche in quell’occasione non si è parlato del futuro di Maserati. Se non giungeranno rassicurazioni a breve sarà inevitabile la mobilitazione dell’intero settore”.

(Fim Cisl – Uilm Uil – Aqcf-R – Fiom Cgil Modena)

 

 

 

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