L’archeologia si racconta, gli scavi in piazza San Francesco a cura di Phoenix Archeologia

Le mura medievali riportate alla luce in piazza San Francesco e gli scavi a Cittanova dell’area di età romana, dotata di un complesso termale e di alcuni pozzi, sono al centro di “L’archeologia si racconta: scavi e ricerche a Modena 2023/2024”, l’incontro che si svolge giovedì 13 giugno, alle 17, nella sala conferenze di Palazzo dei Musei (ingresso da viale Vittorio Veneto 9), a ingresso libero.

L’appuntamento è promosso dal Museo Civico di Modena, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, nell’ambito delle Giornate europee dell’Archeologia organizzate in Italia dal ministero della Cultura per promuovere la conoscenza dei risultati della ricerca archeologica.
Nell’incontro di giovedì a Palazzo dei Musei, Eugenia Marchi e Claudio Negrelli, di Phoenix Archeologia, presentano gli scavi in piazza San Francesco a Modena che hanno portato in luce un tratto delle mura cittadine di età medievale scoperte nel corso dei lavori di rifacimento della rete idraulica urbana. Le ricerche hanno restituito fasi della città medievale e rinascimentale, la struttura principale, infatti, è riferibile alle fortificazioni medievali, databili tra XIII e XIV secolo, sulle quali nel corso del tempo sono state realizzate strutture successive. Un tratto della stessa cinta muraria era stato oggetto di ricerche archeologiche qualche anno fa, nell’area adiacente di largo San Francesco dove la nuova pavimentazione rende visibile in superficie la traccia dell’andamento delle strutture sepolte.
Claudio Fontanini e Cristina Palazzini, di AR/S Archeosistemi, presentano la campagna archeologica 2023 a Cittanova che ha permesso di esplorare una vasta area multifunzionale di età romana, collocata lungo la via Emilia, dotata di un complesso termale e alcuni pozzi. Gli scavi sono stati programmati dalla Soprintendenza ed eseguiti grazie al contributo del ministero della Cultura con lo scopo di proseguire ricerche condotte a partire dal 2021, in occasione del cantiere della nuova bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo. Gli scavi hanno messo in luce vasti ambienti dedicati probabilmente al ricovero di merci e bestiame e un impianto termale, collocato verso la via Emilia. Si tratta di una vasta area attrezzata a servizio della strada e connessa al santuario rinvenuto a sud della strada nel 2006-2009.
Dai recenti scavi a Cittanova proviene anche una catena in bronzo “a bindolo” il cui restauro e funzionamento vengono illustrati da Renaud Bernadet, conservatore-restauratore, Sara Campagnari della Soprintendenza di Bologna, Silvia Pellegrini del Museo Civico di Modena, nella presentazione dal titolo “La catena nel pozzo. Alla scoperta di un sistema di pompaggio dell’acqua di età romana”. La catena è lunga 15 metri, interamente realizzata in bronzo, ed è stata recuperata nel fondo di un pozzo. Definito genericamente con il termine di catena, l’oggetto fa parte in realtà di un sistema di pompaggio dell’acqua detto “pompa a bindolo”, utilizzato prevalentemente a bordo delle navi. Rinvenimenti simili sono stati trovati in relitti navali, tra cui le navi di Nemi, ed erano utilizzai per evacuare acqua dalle sentine.

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