È di ieri la tragica notizia del femminicidio di Anna Sviridenko, strangolata e uccisa dall’ex partner, a Modena. Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna esprime il proprio sconcerto per questo ennesimo, brutale femminicidio. Il nostro pensiero affettuoso va ai figli ed agli altri familiari di Anna.

Da quanto appreso finora, Anna Sviridenko aveva lottato a lungo per ottenere l’affido dei figli, e si era recata a Modena, per prelevarli e portarli con sé in Austria, ove viveva, in forza del provvedimento giudiziario che, finalmente, li collocava presso la madre.

L’esperienza delle donne che si rivolgono ai nostri Centri ci insegna che le madri, spesso, devono sostenere delle lunghe battaglie giudiziarie per l’affido esclusivo dei propri figli. Viene chiesto loro di dimostrare ciò che è ovvio e cioè, che un uomo violento non può essere un buon padre. L’inclinazione alla violenza non è compatibile con la capacità genitoriale, che è prima di tutto educazione al rispetto dell’altro. Fondamento dell’educazione è l’esempio.

La violenza maschile colpisce, spesso, quando le donne scelgono di separare la propria strada da quella dei partner. Il patriarcato non tollera la disubbidienza e l’autonomia femminile. Anna Sviridenko è stata uccisa brutalmente dal padre dei suoi figli, all’indomani di un provvedimento giudiziario che le avrebbe garantito maggiore autonomia e potere sulla propria vita. La correlazione di questi eventi non è un caso, ma il riprodursi di un pattern che si verifica fin troppo spesso.

Per questo vogliamo ricordare che le donne possono rivolgersi ai nostri Centri per trovare sostegno e protezione nel percorso di emersione dalla violenza.

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