«Il ritardo della ripresa del commercio internazionale contribuisce alla frenata della manifattura italiana. Inoltre, le imprese sono state ostacolate negli investimenti dal rincaro del costo del denaro: accogliamo positivamente la decisione della BCE di iniziare il percorso di discesa dei tassi di riferimento, ma c’è bisogno di fare di più». Da un’analisi elaborata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato emerge come la manifattura nel nostro paese stia vivendo un momento di difficoltà.

Modena, stando ai dati, risulta essere la 4^ provincia in Italia e la prima in Emilia-Romagna per vocazione nella manifattura con il 37,7%. In Regione, a fronte di un peso dell’occupazione manifatturiera che in media nazionale è pari al 20,1%, vi sono alcuni territori che sono maggiormente esposti alla crisi, con un peso della manifattura che in Emilia-Romagna è pari al 27,3% (terza regione d’Italia dietro a Veneto e Marche).

A livello nazionale il comparto in maggiore crisi è quello della Moda, in cui la produzione nel primo quadrimestre del 2024 cede del 9,9% rispetto un anno prima, e aggravando il -8,9% del primo trimestre dell’anno. Nel dettaglio per il tessile e abbigliamento si registra una flessione del 6,7% mentre il calo diventa più severo per pelle e calzature (-15,7%). Cali più intensi della media anche legno, macchinari, gomma e materie plastiche, computer ed elettronica, vetro, ceramica, cemento, metallurgia, mobili, altre manifatturiere, stampa e autoveicoli.

«I segnali che provengono dall’andamento dell’export e della domanda di lavoro – conclude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato – impongono di rafforzare l’impegno per creare un contesto favorevole al fare impresa: riduzione della pressione fiscale, lotta alla burocrazia, contenimento dei costi della pubblica amministrazione, migliore accesso al credito, servizi pubblici e infrastrutture efficienti, giustizia rapida e welfare attento alle nuove esigenze dei cittadini e degli imprenditori».

 

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