Il recupero della chiesetta Ricci in via Finzi 208 a Modena sarà completato con il restauro delle superfici interne, esterne e del sagrato dell’area esterna, con la realizzazione degli impianti elettrico e di illuminazione interni ed esterni, oltre che di quello di drenaggio delle acque meteoriche, per poter rendere l’edificio pienamente fruibile.

È stato recentemente approvato, infatti, il progetto esecutivo del secondo stralcio di lavori alla chiesetta Ricci, per un valore complessivo di 200 mila euro, e sono attualmente in corso le procedure per l’affidamento dei lavori. Il secondo stralcio di lavori, che prenderà avvio dopo l’estate e avrà una durata di circa otto mesi, segue il primo stralcio di lavori già concluso ad aprile dello scorso anno, relativo al consolidamento strutturale della cappelletta e alla realizzazione della copertura (per un valore di 95 mila euro, con contributo di 40 mila euro della Regione Emilia-Romagna per la ricostruzione post sisma).
L’intervento di restauro scientifico, autorizzato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, anche per questo secondo stralcio verrà realizzato secondo il criterio conservativo, senza la ricostruzione di parti mancanti, consentendo la lettura completa dell’edificio e della sua travagliata storia.

I lavori comprendono, in particolare, la pulitura, il consolidamento e restauro delle superfici interne, la disinfestazione, il consolidamento e il parziale reintegro a neutro degli intonaci mancanti, la ripresa dei decori nelle parti interne, la realizzazione di un portone analogo a quello attualmente presente, il restauro delle inferriate e della croce sommitale, la pulizia e ceratura del pavimento, oltre alla posa delle finestre e della lunetta. È prevista inoltre la sistemazione del sagrato e la realizzazione degli impianti elettrici e di illuminazione interni ed esterni, oltre a quello di drenaggio delle acque meteoriche. Di fatto, il progetto prevede modeste variazioni di carico sulle reti idrica, fognaria, sull’impianto elettrico e di illuminazione della cappelletta, oltre all’installazione di una fontanella all’esterno.
La chiesetta Ricci fa parte di un complesso abitativo rurale padronale a corte, presumibilmente di epoca tardo settecentesca, ed è costituita da un unico ambiente rettangolare di circa 42 metri quadrati. Si presenta con un interno piuttosto semplice: sulle pareti laterali sono presenti due finestre e, in corrispondenza del presbiterio, una porta. Sui lati sono collocate quattro lapidi commemorative di membri della famiglia Ricci mentre sul pavimento, in prossimità dell’ingresso, è presente una lapide di chiusura della camera tombale sotterranea dove, oltre ai resti di Giuseppe Ricci, sono conservate le spoglie di alcuni altri esponenti della famiglia modenese. L’immobile, denominato anche ex Oratorio di S.Cecilia annesso a Casa Ricci, è legato alla tragica vicenda di Giuseppe Ricci, guardia nobile d’onore e cavaliere dell’ordine dei S.S.Maurizio e Lazzaro, ingiustamente accusato di tradimento e condannato a morte per fucilazione dal duca Francesco IV nel burrascoso periodo che seguì i moti del 1831.
Un tempo di proprietà privata, è divenuta di proprietà dello Stato per rinuncia da parte dei proprietari nel 1993 e, con l’accordo di valorizzazione con la Direzione regionale dell’Emilia-Romagna dell’Agenzia del Demanio, il Comune ne è diventato proprietario nel 2019. Già prima, l’Amministrazione comunale si era interessata per la messa in sicurezza del bene e aveva aperto il confronto con la Regione per il suo recupero: il progetto preliminare era infatti stato presentato e approvato già a fine 2017.

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