Futura, l’imbarcazione a propulsione sostenibile (idrogeno, fuel cell, batterie, pannelli solari e motore elettrico) realizzata dal progetto UniBoAT dell’Università di Bologna, ha conquistato il secondo posto nel prestigioso Prince Albert Award, il terzo posto nella Championship Race, il terzo posto nella Endurance Race, consolidandosi inoltre in seconda posizione nella classifica dei team italiani.
Nonostante gli imprevisti incontrati, come una riduzione del 40% dell’energia disponibile rispetto ai competitors nell’Endurance Race, la rottura di una pala dell’elica e un’anomalia del timone, il team è riuscito a dimostrare la validità e l’efficienza delle soluzioni innovative proposte. Il piazzamento in terza posizione nella gara di Endurance è una testimonianza della capacità di adattamento e della resilienza del team.
La squadra è già al lavoro per risolvere i problemi tecnici riscontrati, determinata a migliorare ulteriormente le prestazioni di Futura, imbarcazione che si è comunque dimostrata una piattaforma tecnologica innovativa e dalle elevate performance, riuscendo a conquistare 3 podi su 4 nonostante le difficoltà riscontrate.
“Sapevamo che quest’anno sarebbe stata una gara ancora più competitiva, con diversi team affidabili, veloci ed efficienti. – ha spiegato il prof. Nicolò Cavina, responsabile del progetto UniBoAT. – Anche a causa di numerosi imprevisti, non abbiamo potuto esprimere tutto il nostro potenziale, ma siamo comunque stati in gara per i gradini più alti del podio, fino allo slalom finale. Al di là del risultato in acqua, il Team quest’anno ha dimostrato una capacità eccezionale di innovare, direi quasi “rivoluzionare” il precedente prototipo, pur partendo da una base solida e decisamente competitiva. Si è deciso di puntare su un motore più potente, introducendo la necessità di sviluppare da zero un sistema a 96V (da 48V), con tutte le problematiche associate in termini di sviluppo e integrazione di altri componenti, e anche di sicurezza. L’intero propulsore è stato inoltre progettato e realizzato introducendo diverse innovazioni rispetto alle soluzioni esistenti, che hanno anche portato al deposito di un primo brevetto (eliche controrotanti traenti per applicazioni fuoribordo, versatilità, efficienza e leggerezza del sistema, …). Si sono addirittura progettati e realizzati foil da installare sul catamarano, ma non c’è stato sufficiente tempo per testarli prima della competizione. Il Progetto quest’anno è stato inoltre in grado di aggregare diverse aziende e istituzioni che hanno sostenuto il progetto sia con sponsorizzazioni finanziarie che con contributi tecnici o in kind, e che desidero ringraziare per il prezioso contributo, senza il quale il Progetto non sarebbe sostenibile. Infine, il Progetto UniBoAT si colloca quest’anno all’interno del più ampio Progetto GreenWave Most, finanziato dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile
(MOST) per dimostrare la fattibilità di tecnologie a basso impatto ambientale in tutti i settori della mobilità.”
“Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto il progetto, – ha aggiunto il prof. Cavina – in particolare MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile per il suo prezioso supporto e a tutti gli sponsor che consentono alla squadra degli Argonauti di perseguire l’obiettivo di una nautica sostenibile. Si ringraziano anche: Sanlorenzo, Bonfiglioli, Bencivenni, Circolo Velico Ravennate, D&D, SGR Biomethane, Green Methane, Faster 96, Continental Engineering Services, Cantiere del Pardo, Bi-Rex, Alma Automotive, 3ntr, Zirondelli e Regazzi, Bender, Ariadne, BEA Ingranaggi, CTS, KIPP, Smartcae, ISB, SOL, Ultraflex.
UniBoAT è finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU – Piano Nazionale Resistenza e Resilienza (PNRR) – Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4 – Progetto CN_00000023 denominato Sustainable Mobility Center attraverso MOST.
MOST (Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile) tramite la collaborazione con 24 università, il CNR e 24 grandi imprese, ha la missione di implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive per l’intero territorio nazionale. Le aree e gli ambiti tecnologici di maggiore interesse del progetto sono: mobilità aerea, veicoli stradali sostenibili, trasporto per vie d’acqua, trasporto ferroviario, veicoli leggeri e mobilità attiva. Il Centro Nazionale per la mobilità sostenibile MOST si occupa di rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione. Lo fa attraverso soluzioni leggere e sistemi di propulsione elettrica e a idrogeno; sistemi digitali per la riduzione degli incidenti; soluzioni più efficaci per il trasporto pubblico e la logistica; un nuovo modello di mobilità, come servizio, accessibile e inclusiva.